domenica, maggio 17, 2015

Run, baby, run!

Non capirò mai perché due persone che si vogliono sprechino la maggior parte del loro tempo a rincorrersi, anziché raggiungersi.

sabato, maggio 16, 2015

Diciassette anni

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Monica ripensa ancora alla sua prima notte di sesso. O d'amore, diranno i nostalgici romantici.
Aveva quasi diciassette anni e un fidanzatino che adorava: era bello, alto, con i capelli ricci e un fratello gemello.
La sua prima volta è stata fredda, come un cubetto di ghiaccio poggiato sulla colonna vertebrale; dura, come un pavimento di marmo bianco e costoso; eppure se la ricorda come fosse avvenuta ieri, come un candido sorriso di un estraneo, come una tazza di cioccolata calda nelle giornate di pioggia.

La radio suonava qualcosa di altamente improbabile, una canzone degli anni ottanta rispolverata da una rubrica giornaliera della sua stazione radio preferita. Donatella Rettore vocalizzava del suo cobra mentre lui le chiedeva se era pronta.
"Te la senti? Possiamo non farlo, se non vuoi", mentre lei audace pensava a come sarebbe stato avere lì sopra di lei anche Francesco, l'identico gemello.
"No, voglio tantissimo, non ti preoccupare."
Non ci furono grida, né di dolore né di piacere, non ci fu sangue né sperma. Ci furono solo tantissime ingiustificate lacrime.

Quella prima volta, ogni tanto quasi le manca.
L'amore è stato un sentimento che non ha potuto più permettersi dall'anno successivo. Troppo ingombrante, ingestibile, difficile, doloroso, ipocrita, vulnerabile, precario.

"L'amore è una cosa che ho sempre voluto evitare. Mi rende debole, eppure ci crederesti mai?"
Il professore la guardava, seminuda e incredibilmente bella con quella maglietta dallo scollo a barca. Cos'avrà fatto ai capelli? Sembra più leonessa.
"L'amore non è una cosa da deboli, però. Secondo me, dovrebbe essere riservato solo alle persone forti, come te", disse passandole la sigaretta appena accesa. "A tutte e sole quelle persone che non lo getteranno in pasto ai cani per via di uno stupido screzio, che non lo lasceranno morire soffocato, schiacciato sotto pesantissimi silenzi. L'amore è sottovalutato, al giorno d'oggi tutti credono di avere il diritto di dire di amare qualcuno, di iniziare una relazione e continuare a non fare la differenziata quando cestinano il tutto dopo poco."
"Quando è stata l'ultima volta che hai amato qualcuna?"
Non poteva davvero rispondere a questa domanda. Lei è il suo ultimo amore ma lui non è abbastanza forte da potersi fregiare del titolo di innamorato.
"Nemmeno me lo ricordo. Forse facevo il dottorato. Non lo so, Monica, non è importante", si riprese la sigaretta e inspirò forte. "E tu?"
"Avevo diciassette anni."

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lunedì, maggio 11, 2015

Grisù


La visione della vita e la conseguente sua interpretazione fonda le basi su una struttura gerarchica di priorità: la famiglia, il lavoro, il successo, i soldi, l'amore, l'amicizia. Ognuno, un po' come le fregnacce sull'animale guida o totem, è guidato nel suo vissuto da una di esse, non per forza inclusa nello striminzito elenco.

La priorità totem, o anche solo la struttura che giace più in basso, solitamente cambia col passare degli anni perché il suo insediamento è frutto di maturazione o marciume che ognuno di noi affronta ogni giorno, assimila e interiorizza per cambiare  un pochino la propria visione delle cose.

Se la tua priorità non è mai cambiata da quando avevi diciotto anni, o sei un consolidato temerario che ha sempre saputo quello che voleva dal tempo concesso, o sei un irriducibile idiota.

Io, nel dubbio, voglio fare il pompiere.