lunedì, gennaio 30, 2012

E' troppo tardi per pensarci

E' un obbligo: dobbiamo sempre rispettare le aspettative. Sempre e comunque, nella vita, bisogna essere all'altezza.
Smetti di essere goffo.
Smetti di essere insicuro.
Smetti di essere triste e depresso.
Smetti di essere.
Anche quando vorresti che qualcuno ti cingesse la mano e, guardandoti con occhi ernormi e preoccupati, ti dicesse: "Ehi, cosa ti sta succedendo? I tuoi occhi sono spenti.", devi essere all'altezza delle sue aspettative: la risposta che darai sarà cruciale, per entrambi.

venerdì, gennaio 27, 2012

Fratello, dove sei?

Girati, fratello, mi vedi? Ché quando vorrai lasciarti andare, sarò lì, a tenerti.
E quando le tue membra, stanche, marciranno a terra, sul terreno, io darò loro vita nuova, con pezzi di te, e linfa, e ti risolleverai, da solo.
E quando ne avrai bisogno, fratello, non voltarti, ma lasciati cadere.
Senti l'abbandono, vivilo, nel tuo sangue, che scorre.
Senti il mondo, sul tuo stomaco, e pesa, come un pugno di cemento: il pugno di un gigante, sul tuo stomaco, ma tu non senti dolore.
E pesi, fratello, così tanto che ti senti un macigno. Credi di sprofondare ma tu, fratello, non temere, e non tremare.
La paura non ti assale, e sei tranquillo: sei sorretto.
Non temere fratello, non sei solo: non lo sei mai stato, solo.
Senti le braccia. Senti le gambe. Ora, le senti. Alzati, fratello, ora puoi: sollevati, da solo, nonostante il pugno di cemento che ti spinge giù, verso il basso, giù.
Ti alzi, da solo, senza sforzi e senza indugi.
Ti alzi, fratello, da solo: sei la forza che stavi cercando.
Ora accasciati. Di nuovo, di getto, di peso. Abbandonati e lasciati cadere all'indietro. Lo senti, fratello? Lo vedi?
Sei verticale sul terreno.
E non sei caduto: io sono dietro di te, e ti cingo in un abbraccio.

mercoledì, gennaio 25, 2012

L'altalena - pt. 1

Nuovo esperimento; nuova sfida: iniziamo, Watson.
Occorrente:
- una persona, interessante;
- due corde, lunghe;
- un asse di legno, abbastanza resistente;
- un albero, con forti rami;
- un pizzico di retrò che fa sempre bene.


"Crea la sinergia", dissi, "io mi occupo del resto."
"Ma niente si crea dal niente!", risposi, ed il mio sguardo sdubbiato sembrava dire "non posso generare un tornado con un phon! Se ne rende conto?!"
"Crea la sinergia", ho detto, incalzando sulle mie parole. "Non mi importa come!", insistetti, nervosa.
"Ma, capo, abbiamo un problema: perché non lo vede? E poi, mi scusi, gli agenti?"
"Abbiamo sempre mille problemi, io e te, mia cara. Vuole forse arrendersi e desistere dal compiere il progetto solo perché se la sta facendo sotto, di nuovo?", dissi, ed esprimetti una convinzione ed una severità che avrebbero glaciato anche me stessa, se solo mi fossi guardata, allo specchio, o negli occhi.
"Ha ragione, mi spiace. Sono stata debole e..."
"... Ora compare il vittimismo. Mia cara, sarà il caso che lei si metta al lavoro? Mi sta facendo perdere moltissimo tempo.", mi interruppi. Alzai leggermente l'angolo sinistro del labbro ed inarcai le sopracciglia. Ebbi paura. E la paura mi infuse la forza.
"Iniziamo."

Si fece sera.
Rubammo una persona, quella persona, e la portammo via senza il minimo rumore, senza svegliare l'insieme. E si fece notte.
"Siamo un'ottima combo, mia cara.", dissi, sorridendole. Ché di sorrisi non ce ne sono mai abbastanza in giro, di questi tempi.
"Se lo dice lei, ci credo.", risposi, perplessa. Ed iniziammo a raccogliere i dati.

giovedì, gennaio 19, 2012

Triathlon

Esecuzione di un esperimento, di un gioco di prestigio: la prova.

Sdraiati, rilassati. Ora chiudi gli occhi. Ascolta la mia voce, leggera, limpida, senza esitazione, nell'esprimersi. Con molte pause. Lunghe. Altre più brevi, per l'appunto. Pause, diverse pause, intercorrono lungo il dettato. Il suggeritore, dietro le quinte, è un ventriloquo: dì "se stesso", grazie. Lo dica bene, per piacere. Questo è un esperimento serio. Alla fine, ci sentiremo tutti meglio.

Analisi del risultato, valutazione delle aspettative: l'esito.

E' pronto per tornare, Sir. Nel mondo dei vivi, s'intende. Si svegli dal torpore ma non fraintenda: l'appellativo è un intercalare, in questo caso. Non me ne voglia a male, se l'ho utilizzato. Suonava armonicamente cacofonico appellarla con quel titolo. Ma non se la prenda, se l'ho utilizzato senza riferirmi direttamente a lei. In fondo, tutto ciò che ho detto, finora, non è altro che una pausa fra mille attimi di questa vita. E nulla più.

Dirottamento verso Neverland, ammutinamento del Bounty: la fine.

Ecco. Ora lei è sveglio. Ha eseguito alla perfezione tutto ciò che l'esperimento ed il gioco di prestigio le richiedevano: ha superato la prova. Mi rammarico nell'esternare l'enorme disappunto che lei avrebbe potuto provare se solo avesse saputo che a destra avrebbe trovato la via. Ma, tutto sommato, lei sta ancora leggendo. Le DO 9. Titubanza nell'esposizione. E non mi guardi in quel modo. La prossima volta farà meglio, e meriterà il suo dieci. Esito: positivo. Complimenti.

mercoledì, gennaio 18, 2012

DIN DON. "Pacco bomba per lei"

Rovisti tra le briciole di quello che sei e trovi una bomba.

Ognuno ha le sue cose, con le quali giocare. Tu vuoi giocare con una bomba senza la miccia: vuoi far esplodere tutto quello che vedi, tutto quello che incontri, tutto. Tutto quello che hai in mano, vuoi far esplodere. Vuoi una miccia. Vuoi una fiamma. Giochi, e ti diverti: male, ma ti diverti.

Basta infervorarsi, in fondo. E tu sei perfetto. Ti riesce così bene. Sei così bello. Dammi un sorriso. Vuoi farla esplodere, e lei è sempre lì e non cede. Non esplode.

E non hai una fiamma, e non hai nemmeno una miccia. Ma tu vuoi. O forse non vuoi. Ci pensi. Non hai risposta. Sai già che esploderà, prima o poi. A questo punto perchè assistere da spettatore alla propria fine? Sii regista. Falla scoppiare.

Rigira su te stessa, bomba.
Ché puoi controllare il mondo.
Ché puoi controllare la fiamma.
Ché puoi controllare ogni cosa.
Ché puoi controllare la furia che sale mentre scrivi, e ti rendi conto che non hai nessun motivo per fare quello che stai facendo.

Tremi. Pausa. Fine. Continua.
Stai cercando una miccia, stavamo dicendo.
Stai cercando una fiamma, dicevamo anche questo.
Stai cercando un bunker, dove esplodere con la tua bomba, questo non l'avevamo ancora detto. Senza fare danni. Senza fare morti, tranne te: conosci il tuo destino e sai che morirai. Morirai comunque.

A questo punto, falla esplodere.
Fai in modo che il boato ti penetri le orecchie, stuprandole.
E vuoi del fuoco. Che non hai.
E vuoi una miccia. Che non hai.
E vuoi quello che non hai. Scoppia la *BOOM*.

Bomba.
Scoppia in mano.
Scoppia nel bunker, dove ti sei rinchiuso, dove stavi correndo, dove sei crollato.
Non ci sono morti. Tranne te. Che eri già morto, all'inizio della storia, quando ti divertivi: male, ma ti divertivi; quando ancora sapevi divertirti. Come diavolo è esplosa, la bomba, senza miccia e senza fiamma?

Insultati. Sei un coglione. Te lo sei meritato: non hai più la faccia e di te, non restano neanche i brandelli.