Fredda e sterile, la mia mano toglie il lenzuolo dalla tua testa.
Caldo: avverti il tepore, generato per incanto, essudare attraverso il tessuto.
La contrapposizione dei brandelli di quello che sei, è tutto ciò che ti porterai sempre dietro, nello zaino, insieme all'acqua.
La Rabbia è il tuo sentimento predominante, anche se hai deciso di cambiare, di essere diversa, di essere migliore. Ogni azione compiuta nell'innato, affannoso, vitale bisogno di preoccuparsi del prossimo, è intrisa di Rabbia, un liquido amorfo dal sulfureo odore che alla vista sembra plasma: quel po' che ti è rimasto, che pompa, impetuoso, nel tuo piccolo cuore, o in quel po' che ne è rimasto.
"Sei un caso senza speranza", dicevi continuamente a te stessa; poi hai tolto gli specchi, e hai smesso di ripeterlo.
Però lo pensi ancora, che hai buttato anni interi della tua vita ad inseguire effimeri e vacui attimi di insana felicità.
Sorseggi un caffè.
E lanci la tazzina contro il muro.
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