lunedì, febbraio 13, 2012

Questione d'età

Non ricordo tantissimo, di quando ero piccola: solo piccoli gesti, spezzoni, sprazzi di sensazioni, emozioni in pillole, frivoli desideri e temporanee passioni.

All'età di 5 anni, mia madre decise di smettere di insegnare, a scuola: iniziò a dare ripetizioni di non-so-quale-materia a bambini poco più grandi di me.
Così io, che volevo restare in sua compagnia per ascoltare la sua voce, maestosa e severa, presi un libro, a caso, da un mobile e lo poggiai per terra: era un testo d'inglese, non ho idea di quale anno scolastico, suo, di quando ancora ci andava, a scuola.
Iniziai ad imparare le parti del corpo umano, i colori, le basi di una conversazione, posata ed educata. Decisi di voler diventare insegnante d'inglese, per poter parlare ai bambini più piccoli di me con voce severa e maestosa, proprio come faceva la mia mamma.

Quando avevo 6 anni ero già in seconda elementare.
Mi iscrissero in anticipo, a scuola, sebbene non fosse necessario. I miei pensavano fosse uno spreco lasciarmi giocare ancora con le costruzioni.
Trovai un libro di matematica, dallo stesso mobile, e divenne una droga.
L'insegnante di matematica, volevo essere da grande, sì.
Ricordo che mia mamma ne era talmente entusiasta che mi fece da mentore, lei, colosso laureato in economia e commercio che nella vita decise di fare tutt'altro.

Mio padre mi regalò una tavola periodica, plastificata, enorme, all'età di 7 anni: fu un regalo bellissimo. L'appesi proprio sopra la testata del mio letto. Ero così fiera, di quel regalo.
Qualche mese prima, innescare reazioni basilari fra miscele trovate in giro per casa, era diventata la mia passione. Mio padre era tecnico di laboratorio presso un'industria conserviera e adorava insegnarmi tutto quello che sapeva.
Adorava aiutarmi in tutte le mie piccole manie. Adorava seguirmi, in quelle poche ore in cui non lavorava. Adorava il suo piccolo strano esserino, alla quale aveva donato la vita e l'omonimia.
Decidetti così di iscrivermi all'istituto tecnico industriale pensando di proseguire gli studi, alla scelta della specializzazione, nel settore chimico.

All'età di 8 anni, ricordo che un giorno di febbraio - a posteriori decidetti che era il 25 febbraio - ero in casa, ad ascoltare “Betty Blu” da uno stereo quando suonano alla porta. Mia nonna si appresta ad aprire ed entrano i miei genitori, preceduti dal mio fratellino, Andrea, con in mano una scatola.
Dentro c'era un piccolo cucciolo, nero, con una lisca di pesce bianca sul petto. Un cagnolino dolcissimo, una femminuccia. Proposi di chiamarla Lilly. Mio fratello acconsentì, e Lilly fu. Mi appassionai tantissimo agli animali ed iniziai a sviluppare una malsana teoria. Iniziai, inoltre, a stimarli molto più delle persone, mendaci e traditrici. L'amore non si è mai estinto. Decisi di diventare veterinario, e dedicare la mia vita alla cura delle creature più deboli, schiacciate dalla violenza e dall'inciviltà dell'uomo.

Qui si interrompono i ricordi, o meglio, quelli relativi al concetto che volevo esprimere.

In questo preciso istante, l'anno corrente è il 2012.
Non ho più 5 anni.
Non ne ho nemmeno 6, tanto meno 7 oppure 8.
Ho abbandonato il proposito di diventare insegnante d'inglese o di matematica.
Ho deciso di non proseguire con la chimica, alla scelta dell'indirizzo specialistico.
Ho abbandonato ogni proposito di diventare veterinario.

L'unica cosa certa è che sono qui, con le spalle al muro e non so più né chi sono né cosa voglio essere.

2 commenti:

  1. Sei tutto e niente. Puoi essere ciò che vuoi, quando lo vuoi, finché lo vuoi.
    Tu non sei un cane, le persone oltre a essere mendaci e traditrici cambiano idea. Non c'è niente di male.
    Chiediti cosa vorresti essere e se non sai rispondere renditi duttile e malleabile. Sii pronta a tutto.

    Ciao
    Chris

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