sabato, settembre 08, 2012

Tenere un blog è da sfigati

Tenere un blog è da sfigati, ammettiamolo.
A nessuno gliene frega niente di leggere la merda che postiamo, solo per il gusto di farlo. Gli interessati a godere di un testo ben scritto, con una trama, un filo logico, si dedicano ad un bel libro: ce ne sono tantissimi, c'è l'imbarazzo della scelta, solo, a differenza dei loro antagonisti, non fanno cagare.

Mi sono dunque chiesta: "perché le persone leggono queste stronzate? e perché c'è chi le scrive?"

Leggere un blog con una tematica, può effettivamente essere interessante, dal punto di vista informativo: tecnologia, sociologia, recensioni letterarie e quant'altro. Leggere come appassionati del settore, del genere. Leggere per documentarsi. Leggere per tenersi informati sugli sviluppi di qualcosa.

Riferito a questo "qualcosa", credo che la maggior parte delle persone legga un blog personale perchè si appassiona, come fosse una telenovela stile Beautiful, solo di serie C - perché Beautiful, come suggerisce il nome stesso, è già di serie B. Lo leggono gli amici, gli amici degli amici, la persona di turno innamorata dell'autore, i troll scassacazzo della minchia, i pettegoli che non vogliono perdersi le nuove evoluzioni della disgraziata vita del loro prediletto.

Leggiamo il blog di qualcuno, in cui parla della sua vita sotto forma di storia, di un sentimento usando metafore completamente incomprensibili, solo per interesse nei confronti della persona stessa, e non del suo modo di scrivere; non importa neanche considerare il tipo di legame presente fra autore e lettore: vanno tutti bene.

A questo punto, considerato che non ha davvero alcun senso leggere un blog solo per il mero gusto di impicciarsi nella vita del blogger, senza nemmeno tener conto del suo modo di scrivere - se ci fa schifo, se è scorrevole, intrigante, ... - credo che debbano scomparire il 70% di quelli esistenti attualmente. Rispetto al passato, il fenomeno è andato via via placandosi, ma l'estinzione purtroppo è ancora lontana. Lascerei dunque in vita i blog divulgativi, qualunque sia il tema, e quelli degli sfigati. Mi fanno troppo ridere.

2 commenti:

  1. Niubba.
    Tenere un blog, aggiornarlo, scriverci dentro quello che piace all'autore, comunicare col resto del mondo, non è così comune e, soprattutto, non è da sfigati.

    Uno sfigato ha poche relazioni con l'esterno
    Uno sfigato ha poca creatività e molta dedizione all'imitare cose altrui più che a crearne di proprie
    Uno sfigato non è costante
    Uno sfigato ha non poche difficoltà a prendersi un impegno e portarlo avanti

    E sono certo, che in qualcuno di questi punti ti riconoscerai, ogni autore ci si riconosce ma non per questo smette di scrivere, o di informare, o di recensire, o di respirare.

    Ciò che scrivi, tu o qualcun altro, neppure va considerato di "Serie X" dove X = Pippo = quellochetipare.
    A tuo modo arricchisci il web, e le menti di chi ti legge, con dei racconti di tipo amatoriale. Ma chi, di quei milioni di autori di libri navigati fra cui scegliere per appagare il proprio desiderio di una buona lettura, non l'ha fatto?
    Un autore è navigato soltanto dopo esser salpato da un porto. Prima era a terra, fermo, nemmeno autore. E tutti hanno scritto brani-vomito (visto il mal di mare), brani-guida (superato il mal di mare), e brani-prova (in un primo tentativo di esplorazione delle acque).
    Ad essere cambiata è l'imponenza e la capacità della nave.
    Prima a leggere gli appunti erano i familiari stretti, qualche amico. Ora la nave è in grado di trasportare il mondo e il mare appare pieno, ma la verità è che lo è sempre stato, sia di capitani, sia di passeggeri.

    A leggerti sono amici, qualche innamorato e qualche blog-dipendente. Ma è raro che qualcuno si interessi davvero alla lettura dei messaggi fra le righe, perché, se sa leggere, è anche consapevole che quei messaggi li sai solo tu e se per puro caso sa anche scrivere allora sarà conscio del fatto che quei messaggi li hai scoperti solo mentre scrivevi e che prima di riuscire ad estraniarti da essi e a trasmetterli davvero, chiuderai il blog. E inizierai a scrivere "un testo ben scritto, con una trama, un filo logico" che arricchirà ulteriormente quell'imbarazzo della scelta.

    Chi ti legge sceglie solo di seguire la crescita di un amico, che, ad occhio e croce, è all'incirca il compito di un amico.

    Scrivi ciò che senti, e se ti senti sfigata, scrivi proprio come hai fatto oggi: da sfigata.

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  2. Dovresti tenere un blog, socio! I tuoi commenti sono più lunghi dei miei post! Ps. Grazie.

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