Ti penso fortissimo, così forte da fare rumore, da essere tangibile; come il tuo dito, che con tocco leggero, mi alza il viso, prendendomi sotto il mento.
E le mie labbra si avvicinano alle tue, pericolosamente. Ho gli occhi chiusi e ti aspetto.
Aspetto il tuo tocco, il tuo bacio, con le labbra socchiuse, a goccia.
Mi sfiori una mano, con la tua la accarezzi, delicatamente, lentamente.
Poi la prendi, la stringi, e mi baci.
Mentre ci baciamo, intrecciamo dita e nocche, in un lento combattimento per la supremazia del piacere. Graffiami appena, sirena.
Le nostre labbra si muovono pianissimo, quasi per non destarsi dal sonno. Restano chiuse, avvinghiate. Poi lentamente si aprono, per cingersi ancora, e restare incollate.
Immobile, assaporo il tuo odore, respiro il tuo respiro, m'inebrio di te.
Mi rilasso, sotto la coltre che ci isola dal mondo, dove siamo io e te. Il resto, non conta.
Immagino il profumo della tua pelle salata, la profondità del perdersi nei tuoi occhi di cucciola, condividendo un respiro ed un'anima. Poni una mano sul mio petto, e ascolta il mio cuore battere all'unisono con il tuo.
Sento il tuo cuore, lo sento come fosse il mio. Batte fortissimo, sembra voglia saltar fuori dal tuo petto ed entrare nel mio. Rimbomba nell'aria circostante, la riempie, ed ora è colma di te: del suono del tuo amore. Voglio sentirti ancora più vicino, voglio fondermi in una sola cosa perdendo l'orientamento e la concezione di me.
Per far ciò, con l'altra mano ti tengo la guancia destra, la sento sotto le dita.
Ti accarezzo appena con il pollice, e lascio che entri in me attraverso il palmo.
Sei così bello, ti voglio proteggere, ti voglio custodire: ti terrò dentro di me, al sicuro, ti lascerò scorrere nelle mie vene, e non ti mancherà niente.
Sono senza parole, per quanto mi sento il cuore in gola, per quanto mi streghi, ogni giorno, per quanto vorrei ora abbracciarti da dietro e farti sentire immune da ogni pericolo, perfetta, splendente e caldissima nella fusione, di ogni cosa.
Non pensavo che l'Abruzzo e Trapani fossero distanti solo 209 chilometri ...
RispondiEliminaAh, le placche tettoniche in movimento!
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