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Vi ho già raccontato di quella particolare notte con Monica, dopo quattro settimane di frequentazione. Da allora sono passati quattro anni.
Richiamai Monica altre volte: avevo bisogno di sfogarmi.
La vita era uno schifo e lei era l'unica bella illusione.
Sono un uomo metodico e pigro e non ho mai impiegato grandi energie nel tentativo di trovare una donna che mi stesse accanto.
In realtà non sono ancora del tutto convinto della piena veridicità della mia affermazione, ma credo sarebbe uno smacco troppo grande ammettere di non essere in grado di piacere a qualcuno.
Adoro servirmi dell'amore vacuo delle prostitute, confrontato con il niente è sempre qualcosa.
La mia pigrizia, inoltre, ha avuto la meglio anche sulla sperimentazione del campionario della mia città: dopo aver incontrato Monica, mi sono ritenuto soddisfatto e ho terminato la ricerca.
Meglio di Monica, non esiste niente che io conosca.
Non mi sono, però, ritenuto appagato dal fatto di averne trovata una, di donna, e quindi mi sono fermato alla prima. Monica è davvero una bomba, chiunque si sentirebbe il re del mondo dopo aver scopato con lei tutta la notte.
E' la donna più intrigante del pianeta, ma aveva un unico, grosso difetto: non mi amava.
Due giorni fa la richiamai, ancora. Era sempre contenta di venirmi a trovare.
Cenammo a casa mia. Sembrava un appuntamento ed io ero davvero emozionato dall'idea di poterle preparare qualche delizioso manicaretto, e dall'idea di poter finalmente cucinare qualcosa per più di una sola, abbandonata, persona.
Apparecchiai la tavola, con al centro due candele, con due forchette, due coltelli, due tovaglioli. Versai del corposo vino rosso in due calici.
Servì in tavola due piatti di pasta con gorgonzola e zucchine, due fette di carne cotte alla piastra e due coppette di gelato al cioccolato.
Era bella, Monica, quella sera. Era bella, Monica, tutte le sere che l'ho amata.
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