venerdì, aprile 06, 2012

Parlo io o parli tu? E parla tu!

Non bisogna mai perdere alcuna occasione per parlare di se stessi. Mai.

Dobbiamo renderci conto che è giunto il momento d'iniziare a sfruttare tutti gli slanci di disponibilità al dialogo – meglio se ascolto – che riceviamo dalle persone: a loro non frega assolutamente niente di quel che abbiamo da dire per cui, attacchiamo!
Occorre, dunque, sfruttare ogni ipocrita "come stai?" oppure "cosa hai fatto oggi?", di cortesia, per stordire il bastardo di parole: non importa nemmeno che esse abbiano un qualche recondito senso! - tanto, dopo un paio di minuti, lo stronzo smette di ascoltarci, a maggior ragione se non gli diamo modo di intervenire. Per dirci la sua opinione. Non richiesta. Inopportuna.
Per poi raccontarci di sé.
Fanculo.

La gente si disinteressa di quello che diciamo dopo soli sessantanove secondi di monologo da parte nostra.
Tutto ciò accade, soprattutto, nei momenti in cui l'unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno è essere ascoltati un pochino; quando invece, ad esempio, parliamo di una cosa di cui non c'importa assolutamente niente, l'interlocutore è stranamente catturato da un rinnovato senso d'interesse e, rapito, ci osserva a bocca aperta e ci lascia discorrere. Stronzo.
Fanculo. Di nuovo.

Le persone vogliono solo parlare di sé: porca miseria, però ne abbiamo bisogno anche noi! Sarà mai possibile ottenere un minimo di collaborazione, in questo mondo di vanitosi egocentrici? Mah.
Fanculo. E so' tre!

- Ho questo problema X che non riesco a risolvere perché mi fa sentire Y.
- Uh, ho vissuto la tua stessa situazione! Praticamente io bla bla bla.

ESPLODI! ORA!

E così, poveri abbandonati reietti, malediciamo tutti i martiri del calendario perchè volevamo solo essere ascoltati una buona santa volta.
E così mettiamo il muso. Giustamente, vorrei anche aggiungere!

A questo punto, la merda se ne accorge, e ci chiede se è tutto ok.
Ma lui è furbo, ne sa mille in più di noi: alla bestia basta un "sì certo, perché me lo chiedi? E' tutto ok!" come risposta, per pulirsi la coscienza!
Egli potrà, quindi, solennemente annunciare:
- Io mi sono interessato a te. Ti ho chiesto se era tutto ok. Tu hai risposto “sì, certo”. Quindi, mi spiace, ma io ho fatto tutto ciò che era in mio potere.

ESPLODI! ORA!
Poi, sui tuoi resti, devono cagarci i piccioni.
Fanculo. Quattro: il porco.

L'unica cosa che volevamo era parlare di noi e di questo nostro, dannato, infame problema! Volevamo solo esporci per attirare l'attenzione, ed essere ascoltati!

In realtà, se proprio vogliamo essere pignoli, il nostro gesto ha funzionato!
Se ci soffermiamo sul risultato ottenuto, possiamo notare che l'altro si è avvicinato a noi, catturato dalle nostre parole, e ha colto la palla al balzo per poi, SBADABAM, parlare di sé e ancora di sé! Dannazione!

Vogliamo parlare poi delle conversazioni parallele?
Sono quei tipi di discorsi in cui a nessuno degli interlocutori interessa sul serio quello che hanno da dire gli altri coinvolti.
Sono quei tipi di discorsi che viaggiano su binari paralleli, come un-parlare-da-soli: in fondo, l'unica cosa importante, a quanto pare, è parlare.

L'ascolto, conservalo per qualcun altro.

Una conversazione parallela può essere questa:
- Vieni a combattere gli sbalzi d'umore in cavalieri, Bi?
- Nono, resto a casa.
- Mi hanno appena ucciso da sceriffo, bu.
- Ahahahahhah! Sono contenta!
- Ti lascio con una dolcissima buonanotte, per accompagnare il diabete.

Ci sono momenti in cui inizi a gesticolare come un pupazzo in legno con la cordicella che, tirandola, fa muovere gambe e braccia, come se si volesse creare un angelo nella neve, cercando disperatamente di attirare l'attenzione del mondo. A questo punto, se l'unica cosa che ottieni è un: "ci sentiamo domani, buonanotte!", cosa fai? Niente!
A parte: imprecare sottovoce; fare spallucce; dire "sticazzi!"; ricordarsi che dopo il quattro, segue il cinque per poter dire:
Fanculo.

Per ricollegarci ad un discorso precedentemente introdotto, quando sei preso da un momento di euforia e speranza in cui decidi di esporti, bene!, non farlo!, ripensaci finché sei in tempo: non porgere la guancia se non vuoi ricevere uno schiaffo che ti faccia volare fuori dalla bocca i canini del lato esposto.

Come ha detto una volta mio cugino: "è quando sei pronto a mettere la mano sul fuoco, che ti bruci!"

La Fame Di Camilla - La Mia Parte Più Debole

3 commenti:

  1. Sei riuscita nel tuo intento. Ti ho ascoltata e non ho parlato di me.
    Anzi, no. Mi correggo. Sei andata vicina a riuscire nel tuo intento...
    Noto un leggero cambio di stile nel modo di scrivere. Lo gradisco. Purtroppo ho l'impressione che lo stile, a me più congeniale, sia ispirato dalla rabbia/sofferenza... Sopporterò lo stile precedente, tornaci presto! Buenas noches xD

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  2. Non sei contenta, chiunque sia arrivato/a fin qui in fondo ti ha ascoltata (letta) senza interromperti, senza parlare di se.

    Cosa si può imparare da questo.........
    ......che a volte LA REALTÀ VIRTUALE RISOLVE QUELLO CHE NON PUÒ ESSERE RISOLTO REALTA REALE >:D
    e che (ovviamente) spesso la soluzione a tanti problemi sta semplicemente nel FANCULOOOOOO!

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