La mia psiche turbata reputa l'accostamento cromatico bianco-verde acqua troppo delicato.
Ultimamente, però, ha iniziato a rivalutare la combinazione rosso-nero, da lei tanto osannata.
Onestamente, quest'ultima, resta ancora una singolare accoppiata, sebbene sia diventata un po' mainstream di questi tempi, perdendo il suo fascino iniziale.
Il nero è un colore impegnativo: riuscire ad osservarlo per un tempo prolungato richiede un allenamento, della retina e dei bastoncelli dell'occhio, costante nel tempo.
E la costanza non ci piace per niente - ove il plurale maiestatis, si riferisce ad entrambe le mie personalità, stranamente in accordo, almeno su questo punto!
Il rosso per contrapposizione, invece, non richiede alcun impegno di focalizzazione: è un colore che invade il campo visivo, stuprando il cervello riducendolo ad esanime vegetale.
La loro unione, per risultare gradevole, deve adempiere ad una lista di caratteristiche ben precise, di cui, al momento, non si ha memoria: una di esse è la disposizione dei soggetti in gioco.
Disporre i colori, non importa l'ordine, all'interno di rettangoli distinti, paralleli, più alti che larghi, in verticale, genera una disfunzione cardiaca quasi istantanea. Lo stacco netto, che costringe lo sguardo a saltare in maniera troppo rapida fra i due, risulta oneroso da metabolizzare, affaticando eccessivamente gli occhi, che iniziano a richiedere un afflusso di sangue sempre maggiore, sovraccaricando la pompa vitale che cerca, invano, di essere all'altezza di un compito così arduo.
Esito finale: sopraggiunge, inesorabile, la morte dell'individuo.
E' facile intuire, per cui lasciamo la dimostrazione per esercizio al lettore, che la stessa cosa accade anche nel caso in cui i rettangoli sono posti orizzontalmente, paralleli, con larghezza maggiore rispetto all'altezza.
E' un connubio letale, questa malsana unione cromatica.
Sarebbe meglio se mi convertissi all'adulazione della combinazione bianco-verde acqua che, sebbene sia troppo delicata per essere apprezzata dall'insanità mentale che mi contraddistingue, potrebbe rivelarsi l'unica via d'uscita disponibile.
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