venerdì, maggio 25, 2012

Frammenti di diario

Teniamo un diario. Sì, un diario.
In realtà è una raccolta di bit: è un diario telematico, digitale, composto da una serie di file, tre per la precisione, memorizzati in una cartella, rigorosamente condivisa.
Come i nostri aneddoti, i nostri ricordi. Come i nostri desideri, le nostre risate.

Teniamo un diario, per ricordare quello che un giorno non ricorderemo più.
Quello che distruggeremo, in preda alla rabbia.
Quello che vorremo dimenticare, perché farebbe altrimenti troppo male.
Quello che la giovinezza porterà seco, lasciandoci la mente intorpidita.
Racconti d'infanzia riemersi dopo intensi discorsi notturni, chiacchiere lunghe quanto preliminari, sessioni illuminanti.
Descrizioni accurate ed esilaranti, che trattano un ignoto, improbabile, futuro.
Vecchiaia imminente, e la visione di essa, nei tratti somatici impressa.
Paure, adesso, finalmente così lontane, esorcizzate grazie ad un sorriso e ad una mano tesa.
Voglie, voglie incredibili, desideri carnali così numerosi, che intasano la mente.
Voglie, voglie incredibili, desideri mentali così numerosi, che trasudano dalla pelle.

"Ci siamo eccitati offendendoci ripetutamente, scherzosamente, a pranzo. E' stato incredibile. Ne voglio ancora, ti voglio sempre."

E ci ricorderemo un giorno, come eravamo, con la speranza di poterci ridere ancora sopra.
O sotto. Insieme, però. Come la matematica, come il sesso, ogni cosa ha il suo reciproco.
Tu sei il mio Yin.
Stavolta voglio rendere i tuoi ricordi diversi: belli, stimolanti, cosicché tu possa trovarli, a distanza di eventi incerti, intensi come allora, quando li hai vissuti.

Credo che poche persone abbiano la fortuna di poter essere incredibili, come te.
Ammetto di aver pensato: "voglio essere te". Ritratto. Non lo vorrei. Non lo vorrei affatto.
Non potrei usufruire, altrimenti, della possibilità di poterti stare accanto, per godere a pieno dell'immenso "disagio" che sei.

"Sì, è terribilmente sexy. Ha anche delle mani divine. Mi piacciono da morire, non avevo mai guardato le mani di un uomo, prima d'ora."

Mi stranisco sempre moltissimo, quando inizio a notare dettagli di una persona che non avevo mai neppure considerato. Dettagli che divengono, col tempo, importanti, fondamentali. Dettagli di cui non posso più fare a meno.
La tua voce. La cosa più sexy che esista su questo pianeta.
Le tue mani. La concretizzazione della parola "maschio".

venerdì, maggio 18, 2012

Non soffermarti alle lacrime

Matilde era viva. Purtroppo, terribilmente malconcia.
Ricordo che una volta, passeggiando, la vidi ferma all'altro lato della strada, di fronte a me, oltre la carreggiata. Era pallida, molto pallida. A causa del suo pallore, quasi non la riconoscevo. Ferma, immobile, come se stesse aspettando, era lì, davanti ai miei occhi.
Mi avvicinai. Avevo troppa voglia di parlarle.
Più muovevo verso lei e più nitidi i dettagli diventavano.
Era in lacrime, pallida, ferma sul ciglio di una strada. Immobile. In piedi.
Piangeva senza tenere il viso fra le mani.
Piangeva a dirotto, tenendo la testa dritta davanti a sè, a dimostrare che non aveva paura a mostrarsi debole.
Piangeva in un modo davvero insolito.
Nel frattempo, avanzavo, attraversando la carreggiata. La vedevo sempre meglio.
Era bellissima, nonostante il pallore.
Riconobbi che non era Matilde, e mi investirono pochi istanti dopo.