lunedì, settembre 28, 2015

sabato, settembre 26, 2015

Abbi cura di te

"Abbi cura di te" è un album onesto e già solo per questo vale la pena ascoltarlo. Non sono molte le cose che a questo mondo appaiono nitide e limpide nella loro semplicità, così come poche sono le persone che hanno il coraggio di dire quello che pensano.

Alberto Bianco e Claudia Lagona sono un binomio perfetto, una garanzia di emozioni forti e vere. Sono il sorriso e la voglia di fare quello che si ama con il massimo dell'entusiasmo: loro sono l'amore per la musica e il sudore della gavetta.

"Abbi cura di te" è un album a cui tengo moltissimo perché è dell'altra metà di te e parla di me come nemmeno io spesso riesco a fare. Alla lettura dei miei scritti ho dato al mondo esterno, che non mi conosce affatto, l'impressione di essere una persona mentalmente instabile, ma non starò qui a difendermi di cose di cui non ho colpa.

"Abbi cura di te" è quello che ti auguro dal profondo del mio cuore, affinché tu possa imparare la semplicità del vivere la vita esattamente com'è, esattamente come quest'album racconta e che non mi stanco mai di ascoltare.
"Abbi cura di te" è il mio pensiero ogni volta che ti vedo triste, abbattuto o demotivato e pronto alla resa; ogni volta che perdi l'occasione di sorridere; ogni volta che ti penso quando non posso più vederti sapendo che purtroppo niente è cambiato e l'immobilità un giorno ti stroncherà anche la voce.
"Abbi cura di te" è un filantropico gesto d'amore, qualunque cosa ciò significhi.


Ovunque andrai abbi cura di te, cura dei tuoi guai.
Io ti ricorderò tra i miei desideri e i sogni che
la notte porta e il giorno non cancella mai.
Un giorno poi abbi cura di me, cura di noi,
per ogni passo che ho fatto per venire fino a te,
per quelli che farei, per quelli che farò,
per non stancarmi mai, mai.

E chiamami amore, senza tremare.
Saremo anche banali
ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?
Ancora chiamami amore e ci faremo male
ma che cosa vale vivere tra le paure
senza avere mai il coraggio di rischiare?
Amore...

Difenditi!
Il vento soffia, sposta il tempo, il tempo soffierà su te.
Per ogni volta che abbasserai lo sguardo
senza più chiedere perché, chiedere di me:
tu non scordarti mai, mai, mai, mai.

E chiamami amore, senza tremare.
Saremo anche banali
ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?
Ancora chiamami amore e ci faremo male
ma che cosa vale vivere tra le paure
senza avere mai il coraggio di rischiare?
Amore...

Segui la parte sinistra, il battito lento, l'istinto che sia.
Segui le orme dorate, i cieli d'argento, non perderti via.

sabato, settembre 19, 2015

Io...

Adoro il gelato alla stracciatella, il biliardo, le sorprese ben riuscite e i baci estemporanei. Adoro il sole, il mare ma non il vento. Adoro la pioggia solo se sei nel letto con me, il silenzio dopo un orgasmo e i brividi per i baci dietro la nuca. Adoro il contatto e la sua ricerca, toccare a piene mani e respirare a pieni polmoni, chiudere gli occhi e sorridere, essere baciata sulla fronte o sulle labbra mentre tieni il mio viso fra le mani. Adoro le giornate intere dedicate alle coccole, le sessioni di sesso intense, provocare ed essere provocata, cercare ed essere cercata. Adoro amare ed essere amata, ascoltare ed essere ascoltata. Adoro pensare di potermi fidare, sentirmi follemente innamorata e sentire lo stesso dall'altro lato. Adoro tutto ciò che è "alla pari", il rispetto e l'onestà reciproca, fare le cose in due ed onorare il concetto astratto di "coppia".

Adoro fare le cose in modo impulsivo perché mi vanno, perché le sento e perché non c'è niente di male nel farlo - nel massimo rispetto di se stessi e degli altri. Adoro i complimenti, le parole dolci e sentirmi dire che sono bella, truccarmi per me stessa e non sentirmi da meno tutti i giorni che non lo faccio. Adoro la consapevolezza che ho acquisito di essere incredibilmente sensuale proprio per il buffo personaggio che sono, per il mix di intelligenza, ironia e tenerezza, per il mio corpo e per come lo uso, per i "duri" lineamenti del mio viso e per i miei, a volte discutibili, modi di fare. Adoro sapere di essere attraente proprio perché sono semplicemente me stessa, con i capelli in disordine e il viso stanco o appena sveglia con una larga maglietta delle "Olimpiadi della Matematica" che uso come pigiama - qualche giorno fa un mio amico mi ha scritto "non per essere scurrile, secondo me lo fai rizzare pure ai morti!" e io voglio credergli.

Adoro le persone attente, affettuose e presenti, il buongiorno al mattino e un bacio appena sveglia. Adoro ricevere e mandare miliardi di sms, il caffè, la birra, la liquirizia, la pizza e le tisane di ogni tipo. Adoro cucinare per qualcuno e lasciarmi abbracciare mentre lavo i piatti, riempirmi le giornate di piccoli ma significativi gesti e parlare di tutto ciò che mi viene in mente senza filtro. Adoro essere spontanea, impulsiva, passionale e forte. Adoro il mio modo di vivere la vita, la mia spavalda presunzione e la mia buffa modestia. Adoro circondarmi di cose belle, di persone sorridenti e positive; adoro essere positiva a mia volta, utopica e idealista e adoro lottare per quello in cui credo, affannarmi per persone a cui tengo e sfibrarmi per sensazioni per cui vivo. Adoro credere nell'assolutezza e nella forza dell'amore ma questa è tutta colpa di Walt Disney.

Adoro restare a casa a riposarmi dopo aver passare l'intera settimana a fare la trottola fuori, guardare telefilm e programmi sulle spose su RealTime. Adoro il blu, il rosso e il Terra di Siena bruciata. Adoro alzarmi presto la mattina, viaggiare in macchina soprattutto se guido, tuffarmi dagli scogli e guardare albe e tramonti. Adoro i suoni bassi, le voci profonde, le mani grandi, gli occhi verdi, i capelli neri, i capelli rossi e i capelli ricci. Adoro i capelli, ok, s'era capito. Adoro stare seduta in riva al mare, sulle spallette dell'Arno, sul letto a lavorare con il computer sui piedi e il mondo fuori la porta. Adoro sbucciarmi le ginocchia, improvvisarmi idraulico o elettricista, sporcarmi di grasso di bicicletta e fare tutto ciò che mi fa sentire libera, in culo al bisogno di rispettare l'etichetta di dover essere "donna", che poi che cazzo vuol dire? Adoro il potere indotto dal sesso, il desiderio di sentirmi legata rimanendo uno spirito totalmente fuori da ogni controllo ed essere contemporaneamente indipendente e dipendente. Adoro sentirmi viva.

Adoro ridere, ridere, ridere e far ridere, il potente suono delle risate come incredibile collante sociale e cura a moltissimi problemi dell'umanità - un sorriso innesca un altro sorriso, che innesca positività, che innesca felicità: basta così poco! Adoro essere divertente e solare anche se spesso purtroppo non mi riesce. Adoro le cose semplici e spontanee, sincere e non banali. Adoro stare con le persone tanto quanto adoro stare da sola. Adoro bastarmi come adesso, amarmi e avere stima e fiducia in me stessa. Adoro realizzare che non mi serve nessuno per essere felice e soddisfatta, soprattutto se non sono in grado di scegliermi un compagno adatto. Adoro avere così tante persone che mi cercano per n-mila diversi motivi e adoro essere così organizzata da riuscire a trovare il tempo per tutti. Adoro essere un punto di riferimento per gli altri, sapere che chi ha bisogno decide di chiamare me - anche se non amo particolarmente essere cercata solo in momenti di crisi, sebbene io abbia deciso di essere una persona presente per chiunque ne avesse bisogno.

Adoro la musica al di sopra di tutto e le sensazioni che sa regalarmi come nessun'altra cosa o persona riuscirà mai a fare. Adoro cantare, anche se lo faccio abbastanza male, e scrivere, anche se spesso non ne ho voglia. Adoro ricordarmi che ogni giorno che sto vivendo è un dono incommensurabile e che buttarlo nel cesso sarebbe un affronto verso tutti coloro che non hanno avuto la mia stessa fortuna. Adoro quello che sono, finalmente, e anche se nessuno a questo mondo è fondamentale, mi dispiace sinceramente per tutti coloro che mi hanno persa con o senza la consapevolezza di quello che stavano facendo.

venerdì, settembre 18, 2015

Odio fare le due di notte

Sarebbe stato sicuramente molto più soddisfacente stilare di nuovo la lista delle cose che amo e per cui valga la pena vivere, secondo il mio punto di vista; purtroppo a seguito degli ultimi eventi ho deciso di elencare tutte le cose che io profondamente detesto.

Odio i rumori forti la mattina, le voci acute e i suoni striduli. Odio avere a che fare con gli idioti, con i senzapalle, con i bugiardi. Odio le cose che non sono chiare, le persone che non sono sincere con se stesse e di conseguenza con gli altri. Odio dover aspettare, odio dover perdere tempo, odio farmi prendere in giro, odio essere così femmina.
Odio il mio voler capire ogni cosa, il mio voler vedere nitido ogni concetto, il mio chiedere anziché supporre. Odio la mia fretta, la mia impazienza, la mia insicurezza, la mia incostanza, la mia necessità vitale di ridere e sentirmi viva. Odio farmi fottere da gente come te.
Odio il silenzio, i gesti forzati, le mie aspettative deluse, il mio irreprensibile bisogno di credere che c'è sempre qualcosa di buono dentro ognuno. Oddio fare le due di notte, soprattutto stando qui a scrivere queste stronzate.

lunedì, settembre 14, 2015

venerdì, settembre 11, 2015

Mi amo


Finché avrò le forze
non lascerò che entrino i ladri
a rubarmi l’amore.
Finché avrò la voce
canterò tanto da scordare il mondo
che mi vuole male.

Perché mi amo
e non importa se ridi di me.
Sì, mi amo.
Anche quando vorrei non svegliarmi
e distruggere i sogni, nascondermi dietro ai racconti.

Nulla è più contorto
di un’anima in pena
che cerca il sereno nel buio profondo
Io, troverò la luce
tra streghe cattive
e quei cuori ingrati dei lupi affamati.

Perché mi amo
e non importa se ridi di me
Sì, mi amo.
Anche quando non so sopportarmi.
Io mi amo
e non importa se ridi di me
Sì mi amo
Anche quando vorrei non svegliarmi
e distruggere i sogni, nascondermi dietro ai racconti.

mercoledì, settembre 09, 2015

Prezioso Materiale Mnemonico

Quello che segue è un estratto di un file che si chiama "PreziosoMaterialeMnemonico" e l'ultima volta che è stato modificato era Sabato, 4 ottobre 2014; eri sempre e solo tu che lo aggiornavi.
E' una raccolta di pensieri da non lasciar dissolvere, appunti di futuri racconti che avresti voluto scrivere o fantasie sessuali che volevi al più presto mettere in pratica. L'ho trovato sommerso sotto il resto della mia vita che è crollata ormai un anno fa.
Non mi manchi, ma era davvero molto bello quello che avevamo. Era travolgente, era devastante, era singolare. Siamo stati incredibili assieme.
Leggere tutte le cose che scrivevamo l'uno per l'altra è sempre ancora tremendamente potente, anche a distanza di anni. Tu mi adoravi, letteralmente, e questo era tutto quello di cui avevo bisogno.

*** 10 Aprile ***
Il futuro: un giorno, tu arriverai a fare concorrenza ad Ammaniti ed io ai poeti morti nel 1768, continuando a procedere in direzioni opposte nel tempo, un passo alla volta.

Le capacità di convincimento e di management: dovresti darti al mondo pubblicitario, riusciresti a convincere chiunque che Cristo è morto su un chiodo, o, ancora meglio, che è caduto dalle scale.

*** 18 Maggio ***
Riguardo "elianto", mi hai detto: "quel libro ti sta proprio addosso. Ti ho immaginato ricoperto di pagine, incollate alla bell'e meglio, con tanto di chiazze di sputo."

Si parlava di quale professione calzi meglio, su di te. Proponevi "la psicologa",
e ti ho detto: "penso sia appropriato. Immagino già la scena, tu che sostieni - eh sì, dev'essere per questa ragione, chiaramente - e il paziente che replica - beh, in realtà no... - allora sarà per forza per quest'altra motivazione - no, neppure... - oh, allora ci sono, è per questo! - e al terzo segno di diniego, tu che salti addosso al paziente e lo strangoli, poi lo fai a pezzi e getti i suoi brandelli giù dall'alta finestra del tuo studio.
Con la polizia ti giustifichi: NON DEVONO ABUSARE DEL MIO TEMPO!" 

*** 22 Maggio ***
Quando 900 anni avrai, bello non sembrerai! - Yoda

Sostenevi saresti diventata una vecchietta bisbetica e intollerante.
Immaginavamo questa scena, dove ti rivolgevi a dei bambini con epiteti poco affettuosi, li disperdevi a forza di urlacci e gioivi della tua bravata con un risatina diabolica.
Poco plausibile, penso sarai una vecchietta dolcissima col tempo che rafforzerà la potenza espressiva dei tuoi occhi. 

*** 23 Maggio ***
C'era uno stage di preparazione delle Olimpiadi, e ai ragazzi spettava la colazione. Mi hai chiesto scherzosamente di saccheggiare le loro dispense e portarti la colazione a casa, mentre ancora dormivi.
Un punto dolce e indimenticabile, come te, è che l'ho fatto davvero. 

*** 30 Maggio ***
È stata una splendida giornata. Abbiamo arricchito il diario con la trascrizione degli sms conservati, sono passato a wind e abbiamo concordato il finale del nostro progetto a 4 mani: lui si dichiarerà felice, pronto a morire, quindi lei lo fredderà con un colpo di pistola - "e ora?"
I discorsi sulle mie future (imminenti) occupazioni e su quanto potrei piacere a tua madre mi hanno riempito di un senso d'orgoglio, e di speranza, che non sperimentavo da tanto. Sì, ti adoro, ti adoro, ti adoro: tre volte. 

*** Altri estratti censurati ***

*** 6 Agosto ***
Affluiscono altre briciole, altri luminosi istanti. Il potere della musica, noi due a tavola, le lunghe chiacchierate dove siamo completamente a nudo, l'uno di fronte all'altra. Le risate, gli sfottò, il sostegno reciproco.
Vedere la nostra sintonia rafforzarsi è come riuscire a immortalare la crescita di un albero, rigoglioso. Ogni volta che ti allontani le tue parole mi regalano un tuffo al cuore. Pensarti al mio fianco tra uno, poi dieci, poi cento anni, è la gioia più grande. Passione, forza d'animo, dedizione. Dio, quanto ti amo.
Mi piacerebbe riuscire a riportare su carta le sensazioni delle ultime ore da sogno trascorse con te, per preservarle dallo sfiorire della memoria.
Le giornate trascorse a giocare a carte: tressette, scopone, calabresella. Noi che ci diamo il cinque per le vittorie più riuscite - "bravo", "sei astuta, rossa". Le 4 ragioni, le 6 ragioni. Le lacrime sul musical. Quel file di testo nascosto tra le immagini, "Pitagoric". I New Order - "... and I never met anyone just like you before ..." - e già mi manca la tua lamentela "che lagna". Il pane ai cereali con sesamo, la granita al cioccolato con panna, le nostre bocche, lingue, labbra. I sorrisi che mi stampi addosso.
Sei brava ad insegnare, dovresti farlo di mestiere.
Fammi fare l'uomo, che adoro alleviarti d'ogni peso - imparerò anche a "fare il nazista".
In questo momento ho a disposizione più del triplo del tempo che occorse a Dio per animare il suo sogno. Posso farcela. Siamo dialettici, e viviamo in un cartone animato, no?

*** Il resto è storia, la nostra ***

lunedì, settembre 07, 2015

Californication - Charlie and Marce

- Hey, how was the first part for you, Marce, hmm? You never said.
- Well, what do you want me to say, Charlie? The first part with you was great. It's the last part that ended in disaster.
- Yeah, yeah, but it doesn't have to, you know? Because we could keep going, right? You know, we turn the last part into the middle part...
- And what happens when we get to the next shitty part?
- There doesn't have to be a shitty part.
- Baby, there's always a shitty part with us.

domenica, settembre 06, 2015

Sono riuscita a sedermi alla scrivania


Oggi ho trovato il coraggio di riprendere in mano il mio tempo e i miei sentimenti. La vita è davvero troppo difficile da affrontare a settembre.

Soffro di ansia da prestazione. Voglio essere felice, ma per essere felice mi devo porre in modo positivo verso la mia sconclusionata esistenza sin dalle prime ore del mattino: devo essere socievole, sorridente e simpatica. Fatto. Mi sta riuscendo benissimo, ieri ero una bomba e ho anche fatto colpo su un tipo appena conosciuto che trovo anche discreto. Meraviglioso! Il mondo è ai miei piedi! Sono stranamente piena di autostima! Sono bella, intelligente, sagace, sexy. Ora però posso tornare a letto?

Vorrei solo crogiolarmi nell'attesa di una comparsata che non avverrà mai - una telefonata, un cambiamento, un segnale, un'improvvisata, una cavalleresca apparizione, una romantica dichiarazione, un'istintiva e sicura azione - ma così facendo vado contro il mio bisogno di essere serena, tranquilla e felice. Ma cazzo, davvero sto ancora aspettando che accada l'impossibile? Ah, com'è complicato riuscire a saziare il proprio bisogno di disperazione riuscendo a farlo coesistere con l'irreprensibile bisogno di positività. Datti pace, dolcezza, che c'è un sacco di roba da fare e ci servi carica!

Sto lottando fra la gestione di tanti progetti in cantiere e un'immensa voglia di rimanere a letto con la testa sotto il cuscino: un vecchio lavoro, il delirio della tesi, la ricerca di una nuova coinquilina, l'inappetenza, l'insonnia, il mio settembre senza alcool, le nuove amicizie, l'attesa di un nuovo tatuaggio e la tua assenza, che continua ad essere un'impenetrabile, imperscrutabile e ancora attuale problema.

Manchi come il primo giorno e se anche per te è lo stesso, che senso ha tutto questo? Ma no, mi sto sicuramente sbagliando, su tutto.

Bruno mio, dove sei?


Bruno mio dove sei?
Scusami se ti chiamo sempre
che senza di te non riesco a combinare niente.
I figli sono peggio di te
sempre fuori, sempre in movimento
fanno sogni più grandi di me
che lo ammetto a volte mi lamento.
 
Il punto è che mi manca trovarti addormentato alla TV
cercarti fuori dalla chiesa
andare insieme a fare la spesa
le sigarette sul comodino, il cruciverba poco più in là
mica l'avevo capito che era quella la felicità.

Eh, ma come è ingiusto il buon Dio
dovevo esserci io al posto tuo
te la saresti cavata certo meglio di me
che non so neanche ridere senza di te.

Bruno mio ma lo sai
che i nipoti stanno crescendo?
Ogni tanto mi chiedon di te
se dal cielo tu li stai guardando;
e ogni sera cento "ave marie"
quel rosario lo sto consumando
e mi sento una bambina anche io
quando sogno che mi dormi accanto.

Perché non è facile
sapere che non tornerai mai più
che questa casa enorme ha poco senso se non ci sei tu.
 
Su questo vecchio divano
guardo una foto e non lo ammetterai
mi hai amato da sempre, anche se non me l'hai detto mai.

Eh, proprio assurdo il buon Dio
dovevo esserci io al posto tuo
te la saresti cavata molto meglio di me
che non so neanche vivere senza di te.

Bruno mio dove sei?
scusami se ti chiamo sempre...

venerdì, settembre 04, 2015

Fatemi stare quieta, per carità

Ok, ho un attacco di panico. Sono quasi le tre di notte, la gente giustamente dorme e io non ho nessuno da chiamare. Ok, calma.
Stavo dormendo tranquilla, stranamente non mi ero ancora svegliata quando all'una e mezza di notte suona il cellulare. Sconosciuto. È l'ultima volta che rispondo alle chiamate anonime di notte.
- Pronto?
- Ciao amore - , mi dice una voce bassa e roca, come se lo stesse sussurrando.
- Chi è?!?
Chiudono il telefono.
Ci ho messo un po' a calmarmi. Ho avuto molta paura. Nessuno avrebbe motivo di chiamarmi per fare una cosa del genere. Spero che qualcuno abbia sbagliato numero, altrimenti non è divertente. L'unica persona che potrebbe avermi chiamato sei tu, a cui non smetto di pensare, ma saresti davvero uno psicopatico se anziché cercarmi per vedermi e dirmelo, mi chiamassi a quest'ora in questo modo... Credo che tu non lo sia, ma vado a letto con l'idea che tutto ciò non ha senso.

Mi sono svegliata un'ora dopo e ho sussultato perché gemevo dalla sofferenza. Mi stavo proprio lamentando nel sonno, non mi succedeva da tanto. Quando mi succede è perché sogno qualcuno che muore, o muoio io, o qualcosa di particolarmente truce.
Invece stavo sognando te. Quanta sofferenza mi causi ancora, dopo un mese di totale silenzio.
Il sogno inizia con me che vengo svegliata ripetutamente da queste chiamate, che si fanno sempre più sordide. Corro in camera dei miei piangendo, blatero qualcosa sul voler chiamare i carabinieri e tenere sotto controllo il cellulare.
Mi telefona Matilde, è tardi nel sogno. Mi dice che ti ha visto con un'altra, abbracciati uno di fronte all'altra, che tu eri tenero e affettuoso con lei in una sola sera più di quanto lo sei stato con me in mesi. Soffro come un cane. Mi fiondo in piazza.
È tardi e tu non ci sei, ed io è come se riuscissi a riavvolgere il tempo e riportarti lì, dove Matilde ti aveva visto l'ultima volta.
Ti vedo, sei seduto su uno dei leoni di Trafalgare Square che senza apparente motivo sono sistemati intorno Piazza dei Cavalieri. Sulle tue gambe, che ti dà le spalle, c'è una sciacquetta di quelle che piacerebbe a te, occhi azzurri, naso piccolo e capelli castano chiaro, una che rispecchi il tuo fenotipo del porcod**.
Mi vedi e inizi a scomporti, come se la mia presenza fosse stata d'intralcio alla tua sessione d'amore carnale fatto da dietro. Ti alzi e quasi in malo modo la sollevi e la sposti, di fretta. Intorno a voi due, a tenervi uniti, avete una mia sciarpa che non ti ho mai regalato ma era mia ed era lì, come le ultime due canzoni che hai sfoggiato.
Ti vengo incontro, tu fai lo stesso, la sciacquetta è rimasta dietro interdetta.
- Bella sciarpa, la rivoglio.
- Ok, ma dobbiamo vederci in presenza di terze persone.
- Hai paura che ti spacchi la faccia?
Arriva il tuo fenotipo, ti affianca e tu prontamente me la presenti.
- Lei è Anna... una mia amica.
- Una tua amica poggiata sul tuo cazzo ho visto.
Le vado davanti e la escludo dalla conversazione dandole brutalmente le spalle.
Adesso qui non mi ricordo precisamente cosa diciamo, ma io esplodo.
Inizio a piangere, inizio a urlarti contro un sacco di cose. Nel mezzo c'è anche un bacio, bello come quelli che ricordo. L'ultima cosa che urlo è "ti odio!".
- Io ti amo invece!
Mi afferri il polso per non farmi andare via. E mentre mi contorco e continuo a scalciare disperata e piangere, mi sveglio e mi sento uno schifo.

Ho realizzato che non è vero nulla, faccio tanto la superdonna ma io sono ancora innamorata di te e ti detesto per tutto quello che mi hai fatto, per avermi presa in giro, per essere così bravo a voltare le spalle e andare via anziché combattere e per aver deciso di volermi perdere. Non valgo un cazzo per te.
"Io ti amo invece". Tu non sai nemmeno cosa vuol dire amare qualcuno. Non sai nemmeno cosa vuol dire essere innamorati. Non sai un emerito cazzo.

Vaffanculo!

Ok, ho scritto per quaranta minuti. Ho ancora una paura fottuta ma non potendo parlare con nessuno e avendo finito di scrivere, mi tocca provare a calmarmi e riaddormentarmi. Non ne posso più. Quando finirà?

Ah, e se becco chi mi ha telefonata, mi assicuro che non veda sorgere un altro sole.

giovedì, settembre 03, 2015

New York è morto


Quando un amore finisce spesso non resta niente. A me era rimasta una pianta.
Oggi l'ho buttata, seccata dell'aridità dell'aria intorno. Non c'è più niente di vivo che ci unisce. Quando getterò il sacchetto dell'immondizia nel cassonetto dei rifiuti, non ci sarà nemmeno più niente di morto a farlo.

E per concludere in bellezza, il mio cuore è un meraviglioso lucernario.