mercoledì, dicembre 31, 2014

Sole

Ci sono amori che ti restano appiccicati addosso nonostante passino decenni.
Sono quegli amori che non hai mai potuto concretizzare come avresti voluto, quelli che ti hanno lasciato l'amaro in bocca perché non sei riuscito ad arrivare ad assaporarne il dolce.
Io ne ho tre che porto ancora dentro.
Uno è solo un tormentato ricordo con cui ho fatto pace poco tempo fa.
Un altro si è trasformato in una buffa amicizia su cui forse posso anche contare.
E poi ci sei tu. E quando ti penso mi batte ancora forte il cuore.


domenica, dicembre 28, 2014

Così vicini

La mia mano si allunga a toccare il cotone pulito e tu smettila, smettila di voler trovare a tutti i costi un senso a questi stupidi e sconclusionati discorsi.
Siamo così vicini eppure a te non riesco mai ad arrivare.
Resto indietro e mi tormento.
Odio l'incomprensibile capacità che ho di essere tutto e il suo contrario.
Potrei fare come te, incaponirmi nel cercare il senso del mio essere, ma me ne infischio e mi accetto così come sono, a completare l'essenza di me che non è mai sazia.


mercoledì, dicembre 24, 2014

Intervista a Nicolò Carnesi

Io e il mio instancabile compagno di zingarate Amedeo, siamo andati a Campagna (SA) per incontrare Nicolò Carnesi.
Intervista audio e articolo per Radiocicletta è ora disponibile sul sito web della radio. ---> Enjoy!

giovedì, dicembre 18, 2014

Quello che sono

Il mio letto è la cosa che più mi riflette: proprio per questo decido di lasciarlo vuoto, affinché rifletta l'immenso vuoto che sono e che sento.

mercoledì, dicembre 10, 2014

Articolo pubblicato!

Il mio articolo per Radiocicletta, uscito leggermente in ritardo rispetto a quanto programmato a causa di problemi tecnici, è ora disponibile sul sito web della radio.

Buona lettura.

sabato, dicembre 06, 2014

Poker d'assi

"Non sai mai quanto sei forte, finché essere forte è l'unica scelta che hai."
(Chuck Palahniuk)

"Dimenticare il dolore è difficilissimo ma ricordare la dolcezza lo è ancora di più."
(Chuck Palahniuk)

"Quello di cui ho bisogno è di fare una cazzata così grande da non riuscire a salvarmi."
(Chuck Palahniuk)

"Pietre e bastoni rompono le ossa, ma attenti a quelle cazzo di parole."
(Chuck Palahniuk)

giovedì, dicembre 04, 2014

Testardo

Ho scritto un articolo per Radiocicletta che verrà pubblicato lunedì 8 dicembre.
Siete curiosi di sapere su cosa? Molti di voi già lo sapranno, agli altri non resta che attendere.
Per ora vi lascio, dedicandomi questa canzone.


mercoledì, dicembre 03, 2014

Spring 2015 - I'm waiting for you

"Dave (Gahan) and Rich (Machin) have said it before, but it’s now one and a half year later after they first said it and they’re still saying it: a new Soulsavers album featuring Dave Gahan is being planned. [...] Dave adds: “I have been in constant contact with Rich. He keeps me up-to-date concerning new songs and ideas where I could come into play. Sure, Rich does collaborate with many different artists such as Mark Lanegan, and my voice does not always fit all of his compositions. But he always puts the songs aside for me of which he thinks that we can make something out of them together. (…) But ‘TLTDS’ is certainly not a one-time-thing – if everything goes the way we imagine it to be, a new Soulsavers album with my vocals should appear approximately in spring 2015.”"

Original source here.

 

"In the morning" si augura "buongiorno".
Buongiorno, non ho vinto la borsa di studio.

lunedì, dicembre 01, 2014

Ti troverò

Mentre dormi ti proteggo
e ti sfioro con le dita,
ti respiro e ti trattengo
per averti per sempre
oltre il tempo di questo momento.
 
Tu che sei nei miei giorni
certezza, emozione,
nell'incanto di tutti i silenzi
che gridano vita
sei il canto che libera gioia
sei il rifugio, la passione.
 
Sta arrivando il mattino
stammi ancora vicino
sta piovendo
e non ti vuoi svegliare
resta ancora, resta per favore.

domenica, novembre 30, 2014

Buon compleanno


Buon compleanno bellissimo amore,
riuscissi soltanto a spiegarlo a parole
il tanto che danno le singole ore d'inverno passate con te.

Buon compleanno e se tra mille di questi
ci troveran i resti uniti in eterno:
"non eran soldati" le stelle diranno
"ma due semplici innamorati".


sabato, novembre 29, 2014

Questione di smalto

Previous: Una vita alla finestra

Un altro paio di scarpe tacco dodici, nere, con due nastrini che cingono il lungo collo del piede. Quando Monica camminava, con quell'ampia falcata e quelle gambe infinite, sembrava mangiasse chilometri in un lampo. Sempre più vicina alla nullità che non voleva essere, sempre più vicina alla rassegnazione che non poteva più contenere. Perché nonostante lo smalto rosso, anche le puttane hanno un cuore.
"Quando sono con te
non so più chi sono perché
crolla il pavimento
e mi sciolgo qui dentro"
Un altro paio di scarpe tacco dodici, nere, perché Monica doveva sempre essere una stimolante curiosità per i suoi clienti. Non sarebbero andati a letto con lei se fosse stata come le loro mogli o le loro goffe fidanzate: capelli arruffati, broncio perenne e gigantesche mutande di cotone bianco. Monica doveva essere di più, quello che a tratti non è nemmeno umano. Monica doveva essere la statuaria donna con un corpo senza imperfezioni, la cellulite la lascia volentieri a quelle povere accasate. Monica doveva essere completini intimi ogni giorni diversi; mutande di pizzo bianco per giocare alla ragazza vergine di un paesotto, nero per essere la sensuale donna che quei disgraziati non hanno sposato, rosso per essere una focosa sconosciuta abbordata la notte di capodanno.
"Me so' 'mbriacato de 'na donna
quanto è bbono l'odore della gonna"
Monica doveva essere inespugnabile, decisa e rigida, a lavoro; poteva finalmente essere romantica, disperata e sola, una volta rientrata a casa agli orari più disparati.
Le sarebbe piaciuto entrare in libreria e incontrare l'uomo della sua vita, mentre casualmente allungano le mani verso lo stesso libro. Le sarebbe piaciuto pagare un gelato e sentirsi sussurrare alle sue spalle: "probabilmente io e lei siamo le uniche persone cui piace il gelato al pistacchio". Le sarebbe piaciuto uscire da un teatro o da un concerto e sulla soglia della porta fermarsi, guardare che pioveva, disperarsi perché non aveva portato l'ombrello e sentirsi invitare da un bellissimo ragazzo bruno a fare la strada con lui sotto il suo ombrello, tanto "andiamo nella stessa direzione", un po' come nei film ambientati a Manhattan.
"Quando io sono solo con te
io cammino meglio perché
la mia schiena è più dritta
"
Next: Diciassette anni

venerdì, novembre 28, 2014

Tempistica del cazzo

Se fossimo nel millenovecentoquaranta, siederemmo di fronte ad uno specchio, mani sulle ginocchia unite, schiena dritta.
Se fossimo nel millenovecentosessanta, siederemmo di fronte ad una televisione a tubo catodico, braccia conserte in grembo, schiena sepolta nello schienale del divano.
Purtroppo siamo nel duemilaquattordici e sediamo di fronte ad un monitor led da ventiquattro pollici, opaco, che non mi consente di vedere che non ci sei più.

mercoledì, novembre 26, 2014

Questa sono io


Piercing
Musica indie
Inghilterra
Blog
Radio
Manga
Lettura
Terrona
Informatica
Single
Strana
Intelligente
Interessante
Curiosa
Mani belle
Scrittura
No film
Parecchie fisse
Ossessivo compulsiva

Birra
Nuoto

(cit. Alessio)

martedì, novembre 25, 2014

Two spirits soars


Anche oggi non ce l'ho fatta.
Riprovo domani.
Perché l'esistenza del domani è l'unica cosa certa.
E anche la morte può essere un alternativo domani.

lunedì, novembre 24, 2014

The Importance of Being Dandy

Perché confondersi è troppo semplice, bisogna ammetterlo una buona volta, soprattutto quando non si ha nessuna intenzione di lasciarsi ingannare di nuovo da uno stupido abbraccio che scalda il cuore e tappa le orecchie; a maggior ragione quando si teme un sorriso troppo caldo che brucia le vene disperdendo in un attimo tutto il sangue che invece di dirigersi ragionevolmente verso il cervello, decide di concentrarsi nel busto. Perché confondersi e fraintendere è troppo troppo facile.
E' immediato quando ci si convince che adrenalina sia innamoramento, endorfina amore e progesterone noia.
"Tu che sei nei miei giorni certezza, emozione.
Nell'incanto di tutti i silenzi che gridano vita
sei il canto che libera gioia, sei il rifugio, la passione."
 Ma parliamo di noi. Noi non riusciamo a non farci prendere in giro, forse perché da qualche parte, magari in prossimità di quella selvaggiamente irrorata dal più caldo sangue esistente, noi, noi lo vogliamo davvero, ne abbiamo un maledetto, disperato bisogno. Le illusioni sono come le speranze e non riusciamo a vivere un giorno di più se non investiamo tutto su qualcosa, che sia più o meno sensata, più o meno giusta, più o meno sana, più o meno.
Il vero problema è che tutte le volte che abbiamo sotto mano qualcosa che crediamo essere una speranza, è troppo spesso solo un'inutile, frivola illusione.
"L'uomo più furbo del mondo fuma tre pacchi di sigari al giorno,
gli bruciano gli occhi dal fumo e dal pianto, come il pianto che non scenderà mai
per lei con cui non può più stare, per lei con cui non può parlare
perché lei uccisa dal rancore gli ha negato per sempre l'amore."
Ma come si fa a districarsi in mezzo a tutte queste bugie? Come si fa a capire quali silenzi sono essenziali e quali nascondono omesse verità? Io e te siamo uguali, solo che tu sei peggio; soprattutto perché tu sei una vera femmina, una di quelle che io non avrei mai voluto incontrare lungo il mio cammino; soprattutto perché tu sei quello che io ho deciso di smettere di essere; soprattutto perché tu hai avuto paura e per una volta io no, e ancora non ne ho.
"Your mouth is a revolver, firing bullets in the sky. Your love is like a soldier, loyal 'til you die. And I’ve been looking at the stars for a long, long time
I’ve been putting out fires all my life.
[...]
Days like these lead to; nights like this lead to

Love like ours. You light the spark in my bonfire heart.
People like us - we don’t ne
ed that much, just some -

one that starts, starts the spark in our bonfire hearts."
Arrivato al momento giusto, andato via al momento sbagliato. Mi hai dato solo il tempo di confondermi, che è quello che meritano le persone come me. Dodici giorni: il tempo passa e tu sei di nuovo fottutamente in ritardo, piccolo, imprevedibile dandy. E se tu sei l'amore, l'amore non esiste.



"L’amore non esiste,
è l’effetto prorompente di dottrine moraliste sulle voglie della gente;
è il più comodo rimedio alla paura di non essere capaci a rimanere soli.
L’amore non ha casa,
non ha un’orbita terrestre, non risponde ai più banali meccanismi tra le forze;
è un assetto societario in conflitto d’interesse: l’amore non esiste…
[...]
L’amore se poi esiste,
è quest’idea di attaccamento che ha l’uomo del mio tempo per le tante storie viste;
non esiste fare i conti, accontentarsi piano piano, di una vita mano nella mano.
[...]
Ma esistiamo io e te, e la nostra ribellione alla statistica:
un abbraccio per proteggerci dal vento, l’illusione di competere col tempo."

domenica, novembre 23, 2014

Slipping through my fingers




Schoolbag in hand, she leaves home in the early morning
Waving goodbye with an absent-minded smile
I watch her go with a surge of that well known sadness
And I have to sit down for a while
The feeling that I'm losing her forever
And without really entering her world
I'm glad whenever I can share her laughter
That funny little girl 

Slipping through my fingers all the time
I try to capture every minute
The feeling in it

Slipping through my fingers all the time
Do I really see what's in her mind
Each time I think I'm close to knowing
She keeps on growing
Slipping through my fingers all the time 

Sleep in our eyes, her and me at the breakfast table
Barely awake I let precious time go by
Then when she's gone, there's that odd melancholy feeling
Ans a sense of guilt I can't deny
What happened to those wonderful adventures
The places I had planned for us to go
Well, some of that we did, but most we didn't
And why, I just don't know 

Slipping through my fingers all the time
I try to capture every minute
The feeling in it

Slipping through my fingers all the time
Do I really see what's in her mind
Each time I think I'm close to knowing
She keeps on growing
Slipping through my fingers all the time 

Sometimes I wish that I could freeze the picture
And save it from the funny tricks of time
(Slipping through my fingers) 
Slipping through my fingers all the time 
Schoolbag in hand, she leaves home in the early morning
Waving goodbye with an absent-minded smile

domenica, novembre 16, 2014

Sei un cretino

Ti odio perché sei un cretino. Ti odio perché non hai avuto il coraggio di liberarti della merda che ti portavi addosso. Ti odio perché ti porti addosso segni che ti hanno fatto persone che non meritano un decimo delle tue attenzione. Ti odio perché dal primo momento che ci siamo incontrati, hai deciso che dovevamo farci la guerra: sei davvero un fottuto cretino.
E ora, sotto fiumi e fiumi di alcool, vorrei sotterrare l'immensa voglia che ho di averti qui, di sentire ancora una volta la tua risata per ricordarmi che suono avesse la mia. Vorrei poterti chiamare, ma come ci insegnano gli Artic Monkeys forse non è il caso. Vorrei poterti avvisare del fatto che stai perdendo tempo, conseguentemente lo hai fatto perdere a me, e io odio tutto ciò.
Vorrei poterti dire qualunque cosa di vagamente sensato ma mi sono resa conto tempo fa che non meriti un decimo del mio tempo e che quindi non starò qui a contraddirmi. Piuttosto, resterò qui da monito, per tutte le giovani idiote che hanno una gran voglia di asfaltarsi l'esistenza con poco.

sabato, novembre 15, 2014

Interstellar

I film mi consentono di essere emotiva come non potrei permettermi di esserlo nella vita vera. Ne parlavo l'altro giorno con il mio migliore amico, dopo essere usciti dalla sala di un cinema. Quella volta mi sono dovuta trattenere, perché ero truccata e altrimenti mi colava l'eyeliner ("quanto sono femmina"). Stasera ero vestita in modo totalmente casuale, capelli arruffati, occhiaie e segni in viso. Non avevo nessun bisogno di trattenermi.
Ho pianto. Ho pianto tantissimo. Ho pianto per tutti i momenti della mia vita in cui mi sono dovuta trattenere, in cui non ho potuto farlo per non sembrare una debole, in cui ho dovuto fare più male per compensare il male provato, in cui non volevo che si approfittassero di me dopo aver saputo che in fondo anche io ho un cuore.
A parte mestruata, una volta al mese voglio concedermi il lusso di essere quello che sono davvero, che ho sempre voluto seppellire sotto strati di battute ciniche e soddisfazioni non date solo per non farmi seppellire a mia volta, che un giorno potrò essere liberamente non solo una volta al mese: un'inguaribile romantica.
Per ora, passato novembre, potrò permettermelo i primi di dicembre. Sempre che il tempo non mi sorprenda ancora una volta.

mercoledì, novembre 12, 2014

Vuoti di memoria

Sì, lo so che dobbiamo andare al matrimonio di Sara ma io non ce la faccio, non posso venire in queste condizioni. Ho un dopo sbronza che mi concede di non ricordare perché ieri ti ho telefonato in prenda alla sambuca. Ho un'unghia rotta e i capelli fuori posto. Graffi sulle mani, lividi sulle braccia. No, non posso presentarmi così, non al matrimonio di Chiara.
E poi, dai, siamo seri, cosa vuoi che gliene importi a Mara se mi presento o meno. E' il suo giorno. Ha il suo Giorgio. Che gliene frega degli altri?
Dai senti, facciamo così, vado in bagno a vomitare, avviati. Ci vediamo là.

Lapalissiano

La soluzione era ovvia.
La soluzione era dire "no,


guarda che non sono una bambola".

martedì, novembre 11, 2014

sabato, novembre 08, 2014

Vituperio delle genti

Ecco cosa cerco: un motivo per restare.
In realtà io non sono innamorata di te, e nemmeno di te che vieni a letto con me, e nemmeno di te che hai quegli occhi verdi così grandi che mi ci perdo quando mi distraggo un attimo dallo studio. No, la verità è che siete solo dei mezzi per un fine ultimo che prescinde da voi stessi. Tutta questa sviolinata per dire che in verità di voi non me ne frega un cazzo.
Amare qualcosa che non è in grado di proiettarsi nel futuro ma che vive costantemente nel presente e forse a momenti retroattivamente nel passato è, per una persona ansiosa e dinamica, quanto di più frustante si possa immaginare.
La verità è che questa città è fatta per i giovani, a momenti per gli adolescenti, troppo spesso per i ragazzini, e per tutti coloro che trovano in una delle tre citate categorie una compagna per cui restare.
Sto cercando con le unghie e con i denti di trovare qualcosa, qualunque cosa che mi insinui anche solo vagamente uno spiraglio di dubbio. Ma in questo periodo, tutti mi apprezzano e nessuno mi si accolla.
Aiutati che Dio t'aiuta. Se solo tu mi chiedessi di prendere un caffè assieme.

mercoledì, novembre 05, 2014

Io e te siamo identici, anzi tu sei peggio

Non sono riuscita troppe volte a dire "no", troppe altre ancora a dire "sì".
Adesso tu attendi una mia risposta e per la prima volta dopo molto tempo, non riesco a dire né no, né sì. Nel dubbio, ancora, mi siedo e attendo. Hai fretta?

lunedì, novembre 03, 2014

martedì, ottobre 28, 2014

Perle di saggezza n. 1

"Non permettere ad una botta di endorfine di prendere decisioni al posto tuo.
Controlla l'adrenalina e usala come propulsore per arrivare più in fretta dove vuoi andare!"

domenica, ottobre 26, 2014

Direi un otto

Siamo in autunno ormai da un mese, un autunno che ci sta concedendo il caldo sole almeno in poche ore diurne e che se avesse voluto, avrebbe potuto scaricarci addosso giornate intense e stracolme di pioggia, di vuoto e di niente.
Ma non ha molto senso abituarsi al calore umano ora che arriva l'inverno.
"Ma più di tutti sono drogati quelli innamorati che si strafanno di carezze e baci come noi due."
E' facile coccolarsi il cuore mentre si guarda a letto accanto a noi qualcuno che dorme e che in quel momento ha deciso di sceglierci, chissà per quale motivo.
E' facile lasciarsi andare alla dolcezza di portare, a quello stesso qualcuno, il caffè a letto, o andare a dargli un bacio per poi fargli una linguaccia mentre si va verso la cucina dicendo: "ti si raffredda il caffè se non ti muovi!".
E' facile aggrapparsi alle risate, al vedere totalmente se stessi nel corpo maldestro di un altro; è facile illudersi per un attimo di avere una coperta addosso, ora che è autunno, ma attento: l'inverno è freddo e il maestrale ci farà volare via la coperta da un momento all'altro.
"Now it's three in the morning and I'm trying to change your mind. Left you multiple missed calls and to my message you reply, "Why'd you only call me when you're high? Hi, why'd you only call me when you're high?""
Winter is coming, for each one of us.

mercoledì, ottobre 22, 2014

Pratiche di separazione

Da quando ho deciso di smettere di arrabbiarmi, la sensazione provata deve essermi piaciuta così tanto che da allora non sono più riuscita ad incazzarmi. Chiaramente non parlo della sensazione di nervoso, del cristo tirato giù in modo estemporaneo, del piccolo rigurgito di bile che ogni tanto può risalire alla tua vista. Parlo proprio di quelle crisi di ira funesta che qualcuno di voi ha potuto sperimentare sulla pellaccia che si porta addosso, di quell'ardore nell'inveire verso l'oggetto del malessere, di quella rabbia che fa scappare l'altro o gli suscita un'immensa voglia di ucciderti.
Ecco, l'altro giorno quando a lavoro hanno ben pensato di buttare centoventi pagine di appunti di analisi numerica nel cesto della raccolta della carta, avrei potuto arrabbiarmi, sarebbe stato legittimo. Sarebbe stato legittimo anche quando a mensa ho dimenticato di tappare la bottiglia dell'acqua che avevo messo in borsa e mi si è rovesciato mezzo litro di liquido sui suddetti appunti, raccolti dalla spazzatura due giorni prima. E perché no, era legittimo quando mi sono accorta di aver perso non so dove e non so come un ingranaggio della mia collana orologio, un orecchino, una maglia e un maglione.
Mi sarei potuta arrabbiare per un sacco di cose che sono successe nell'ultima settimana. Mi sarei potuta arrabbiare anche oggi quando ho slegato la mia bicicletta ed è scoppiata la camera d'aria, facendo uscire il copertone della ruota fuori dal cerchione e costringendomi a lasciare lì il rottame. Due secondi dopo è caduto a terra il cellulare e si è aperto a metà.
Avrei potuto fare quello che ho sempre saputo fare, ma a quanto pare è ufficiale: non ho più l'età nemmeno per quello.

Il solito sesso



Ciao, sono quello che hai incontrato alla festa,
ti ho chiamata solo per sentirti e basta…

si, lo so, è passata appena un'ora, ma ascolta:
c'è che la tua voce, chissà come, mi manca.
Se in quello che hai detto ci credevi davvero,
vorrei tanto che lo ripetessi di nuovo…
dicono che gli occhi fanno un uomo sincero,
allora stai zitta, non parlarmi nemmeno.

Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Perché, sai, non capita poi tanto spesso
che il cuore mi rimbalzi così forte addosso,
ed ho l'età che tutto sembra meno importante,
ma tu mi piaci troppo e il resto conta niente.

Dillo al tuo compagno che ci ha visti stanotte:
se vuole può venire qui a riempirmi di botte!
Però sono sicuro che saranno carezze,
se per avere te un pochino almeno servisse.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Chiuderò la curva dell'arcobaleno
per immaginarlo come la tua corona,
e con la riga dell'orizzonte in cielo
ci farò un bracciale di regina…
ma se solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero!

Sai, qualcosa tipo “cielo in una stanza”
è quello che ho provato prima in tua
presenza…
dicono che gli angeli amano in silenzio,
ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.
Sento che respiri forte in questa cornetta…
maledetta, mi separa dalla tua bocca!
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Correrò veloce contro le valanghe
per poi regalarti la fiamma del vulcano,
respirerò dove l'abisso discende
e avrai tutte le piogge nella tua mano…
ma se solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero!

Posso rivederti questa sera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!
Ora ti saluto, è tardi, vado a letto…
Quello che dovevo dirti, io te l'ho detto.

lunedì, ottobre 20, 2014

E' troppo tardi, dipende per cosa

Oggi ho deciso di venirti a trovare. Era da un po' di tempo che ci stavo pensando.
Milo stamattina è venuto a svegliarmi. Con il suo solito goffo andamento, è saltato sul letto e mi ha dato il bacio del buongiorno. Mi ha sussurrato: "svegliati, Bi" e poi ha aggiunto: "adesso è il momento di andare".
Ho aperto gli occhi e con un sorriso l'ho mandato via. "Sì, ok, va bene, va bene, mi alzo!", e mi sono tirata su.
Ho indossato il vestito che ti piaceva tanto. Una scarpa, poi l'altra. Ho chiuso i laccetti blu e mi sono tirata su dal letto. Su quel tacco otto, ho raggiunto la scrivania e ho tirato fuori quello che mi serviva.
Lentamente, per non rischiare sbavature che non mi potevo permettere quel giorno, ho aperto la bocca e ho colorato di rosso le mie labbra. Prima l'angolo sinistro che si protende verso il destro, poi su al contrario. Ho sfoderato la penna dell'eyeliner e con certosina precisione ho tirato un'armoniosa riga su un occhio, poi ho tirato l'altra, speculare, simmetrica, perfetta, sull'altro. Oggi sono proprio bella perché sono finalmente felice, tranquilla. I miei occhi sembrano più grandi, aperti e vigili; i miei passi suonano per la stanza più sicuri e fermi.
"Ciao, Milo, fai il bravo. Torno stasera"; prendo la borsa e mi incammino, un passo dopo l'altro, in una lenta e serena passeggiata, senza fretta, senza angoscia, verso la stazione.
Il mio treno è partito cinque minuti fa. Sono arrivata in ritardo. Non importa, avevo davvero voglia di dedicarmi a me stessa per essere raggiante oggi. Mi siedo e aspetto il prossimo treno.

domenica, ottobre 19, 2014

Eva


Io mi guardo intorno ma di alternative proprio non ne vedo
Io mi guardo intorno ma più passa il tempo e meno ci credo
Io sono come San Tommaso
Ci credo solo solo solo se ci ficco il naso.
Eravamo scesi in spiaggia un pomeriggio caldo a passeggiare
In vena di romanticismo ti portai bendata in riva al mare
Poi ti squilla il cellulare
Tu non mi fai guardare,
Io comincio a sospettare

Eva non ti credo quando mi ripeti che hai occhi solo per me
Mi ossessiona questa tua esigenza di restare sola, sola con te
Ormai mi sento un caso perso,
Mario dice: “Guarda che fesso!”
Eva, metti fine a tutto questo.

Massimo mi ha raccontato che eri in giro con un altro uomo
Arrabbiata, mi hai risposto che era tuo cugino di Como
Ma io sono come San Tommaso
Ci credo solo solo solo se ci ficco il naso.
Non sto bene son tre giorni che mi fischiano le orecchie

Siamo il gossip della zona, di nient’altro parlano le vecchie
Sei l’argomento del quartiere

Fai l’occhiolino anche al barbiere,
Io continuo a sospettare
Eva non ti credo quando mi ripeti che hai occhi solo per me
Mi ossessiona questa tua esigenza di restare sola, sola con te
Ormai mi sento un caso perso,
Mario dice: “Guarda che fesso”
Eva metti fine a tutto questo.

Oramai gli indizi mi riportano a una sola spiegazione
Pure i muri sanno che ti sei scopata mezzo rione
Ma è troppo forte il sentimento
Più forte di ogni tradimento
Sarò cornuto, ma io con te sono contento..

Fesso e cuntento


Oucchie ca me guardate pe' senza niente
Ca me vulisseve sempe fesso e cuntento
Oucchie, ma che truvate?!
Oucchie, ma che vulite?!
Oucchie, non ve ne importa cchiù niente
'e chesta vita

Vocche ca m'annummenate pe' senza niente
Ca me vulisseve sempe fesso e cuntento
Vocche, ma c'alluccate?!
Vocche, ma che dicite?!
Vocche, ma vuje ve sentite
quanno parlate?!

Scenne a paura e fa cchiù scuro
Nun me 'mporta si resto asulo
Sì poi facce sulo capa 'e muro
Senz'e te

Oucchie ca me guardate pe' senza niente
Ca me vulisseve sempe fesso e cuntento
Oucchie, ma vuje chi site?!
Oucchie, ma a chi vulite?!
Oucchie, vuje nun sapite cchiù niente
'e chesta vita

Scenne a paura e fa cchiù scuro
Nun me 'mporta si resto asulo
Sì poi facce sulo capa 'e muro
Senz'e te

Scenne a paura e fa cchiù scuro
Nun me 'mporta si resto asulo
Sì poi facce sulo capa 'e muro
Senz'e te

sabato, ottobre 18, 2014

Centottanta chilometri orari

Quando corre così forte su quella bicicletta, Andrea si sente quasi immortale. Sfreccia accanto ad una signora anziana in carrozzella, supera velocemente quel palazzo dal civico diciassette e continua la sua corsa all'impazzata giù per un cavalcavia.
Le lacrime le rigano le guance e bagnano Isabella dietro che le urla qualcosa di incomprensibile ma disperato; cadono copiose sulla strada che si sta lasciando alle spalle, perché nella vita o bevi e piangi o affoghi e piangi ma puntualmente ti tocca anche morire.
Le gambe graffiate, le ginocchia sbucciate, la ghiaia sottopelle di chi le mille cadute subite non le ha mai volute curare, ma ha lasciato che si integrassero a modo loro nel normale percorso di cicatrizzazione del dolore. Le nocche rosse e sanguinanti, spaccate dal vento e dai troppi cazzotti, hanno accarezzato per l'ultima volta il viso di Isabella proprio un attimo prima; la stessa Isabella che l'aveva tradita con un'altra nel suo letto; la stessa Isabella che aveva deciso di non transigere su nulla e adesso l'aveva persa, per l'ennesimo fatale errore.
Il ricordo di qualcosa che probabilmente non è mai esistito, le tormenta il cervello, le fa vomitare l'intestino e la fa correre su quella bicicletta il più veloce possibile per andare il più lontano possibile e schiantarsi a centottanta chilometri orari, dritta contro un muro.

Ti aspettavo, Rossa

Rosso, se non esistessi bisognerebbe inventarti!

venerdì, ottobre 17, 2014

Io non ce la farei


Di nuovo tu e le lacrime amare

Monica dormiva su quel letto ormai spoglio. Lui la guardava nervosamente fumando la quinta sigaretta dell'ultima ora. Trascinava avanti e indietro la sua pesante carcassa umana, piena di niente, avanti e indietro lungo la stanza aspirando colossali boccate di fumo nero. Le mani sporche di grasso, di rabbia e di merda. La faccia che crollava sotto lo stesso peso dell'avarizia.

"Ci sono innumerevoli modi di essere felici. Ci sono innumerevoli modi di essere infelici. Nessuno di questi potrai mai conoscerlo da un banale scritto."

I ricci capelli neri le cadevano sulle spalle mentre a pancia in giù poteva godere delle tre ore di sonno che la vita le concede ogni giorno. Lui la guardava e si sentiva perso. Su e giù per quelle scale, su e giù per i piani del palazzo, indeciso se lanciarsi o tornare a letto ancora una volta, in quel letto ad ore che mai potrà davvero soddisfarlo.

"Mi dispiace ma non sono fatta per amarti, solo per possederti, distruggerti, strapparti l'anima e giudicarti. Mai cambierai ai miei occhi, qualunque cosa tu faccia."

Avanti e indietro nervosamente e Monica continuava ad essere per lui irrimediabilmente bella e irrimediabilmente sbagliata.

giovedì, ottobre 16, 2014

Oggi piove e tu non mi saluti più

Sapete che cosa penso? Che ogni persona ottiene dalla vita quello che tutto sommato merita. Con questa frase lapidaria, non voglio in realtà dire che chi non ottiene nulla non merita nulla in assoluto e tutte le cose orribili che vi vengono in mente; il concetto che vorrei esprimere è forse troppo lungo e tedioso e va oltre lo scopo di questo post: mi limiterò, dunque, soltanto a riassumere gli aspetti necessari del mio pensiero al fine di poter concludere con la frase che in modo assoluto riassume lo stato d'animo e di questa giornata.
Non vi "attaccherò un pippone" immenso sul karma, soprattutto perché se non siete in alcun modo d'accordo sul fatto che le vostre azioni avranno una ripercussione in modo esattamente proporzionale a livello di intensità e fattore bontà/cattiveria del vostro agire sulla vostra vita, smetterete di leggere. Oddio, non è che tutto sommato me ne importi qualcosa in generale, ma in questo caso specifico mi piacerebbe davvero che continuaste fino alla fine.
Sebbene tutti vorremmo che la nostra vita fosse perfetta e meravigliosa sotto ogni punto di vista: economico, lavorativo, sessuale, amoroso, etc., tutto ciò non è spesso possibile quindi prima ci rassegniamo e meglio è per la nostra sanità mentale.
Appurato questo, ci sono esatti istanti della nostra esistenza in cui deve accadere qualcosa, con o senza il nostro permesso. Io sono dell'opinione che a tutto c'è un motivo, e anche se spesso vorremmo spaccare a cazzotti un muro imprecando chissà quale Dio in cui nemmeno crediamo, blaterando cose come "ma chi cazzo me l'ha fatto fare? perché mi merito tutta questa sofferenza?", anche quei momenti hanno un motivo di esistere. Un motivo che sicuramente su due piedi non capiamo, ma che un giorno sicuramente ci sarà chiaro, se ci interessa davvero dare alla nostra vita la svolta migliore che possa avere.
Appurato anche questo, ho appena realizzato che nello scorso anno, con molta fatica, impegno e sofferenza, ho predisposto le basi per quello che tutto sommato è attualmente il mio presente. Dopo essermi fatta un culo immenso studiando giorno e notte, sono riuscita a maturare un numero sufficiente di crediti tale da poter richiedere la borsa di studio per la tesi all'estero, cosa di cui vi ho ammorbato le palle da settimane a questa parte. Inoltre, la media degli esami che ho sostenuto, è tutto sommato molto alta quindi sono abbastanza speranzosa di poter lasciare l'Italia con duemila euro a disposizione per potermi pagare il soggiorno di circa quattro mesi a Sheffield (me ne vado anche senza i soldi, sia ben chiaro).
Concludo tutto il sunto dicendo che per la mia visione delle cose, questo è tutto quello di cui al momento io avevo davvero bisogno: smettere di appoggiarmi ad una persona di riferimento e rendermi conto che non sono un'idiota che non vale quattro soldi e ha bisogno di stare con qualcuno per poter avere l'autorizzazione morale a fare la casalinga visto che è troppo impaurita dal mondo esterno fatto di responsabilità; realizzarmi professionalmente; smettere di avere paura di laurearmi perché anche se non mi laureo ho un ragazzo che mi ama; smettere di avere paura di rischiare; decidere di andare in un posto in cui si parla una lingua che tutto sommato al momento parlo soltanto sommariamente stile modalità di sopravvivenza. Avevo bisogno di questo, e avevo bisogno di ottenerlo da sola, senza il supporto di nessuno, senza qualcuno che gioisse con me perché una coppia condivide non solo i dolori ma soprattutto le gioie.
Dall'alto della mia presunzione, perché in momenti come questi è necessaria a trattenermi con il culo su quello che ho ottenuto anziché correre da te che sei la persona di cui, nonostante l'immensa merda reciprocamente lanciata, non riesco a fare a meno, penso che probabilmente l'unica cosa di cui tu abbia bisogno in questo momento è farti prendere per il culo dalla tipa che adesso ti scopi, a cui piacciono gli uomini "maturi" che "fanno cose fiche con la matematica", venuti prima di te e che stanno ancora raccogliendo i cocci di se stessi.
Perché se mi odi, se hai deciso che sono una persona così spregevole che non merita nemmeno il tuo saluto, che hai cancellato da ogni minimo angolo della tua vita e che probabilmente preferiresti morisse o non fosse mai esistita, allora ti meriti tutto quello che hai seminato e che con la tua stasi stai forse ancora seminando.
Questo è quello che vorrei pensare, per sentirmi arrabbiata e quindi autorizzata ad inveire contro di te. Ma la verità è che sono solo dispiaciuta dell'esistenza di tutto questo inutile rancore.

Devo riuscire a dormire

In un periodo in cui non trovo il tempo nemmeno per me stessa, stare da sola non è poi così male. Considerando che passo in camera il minimo indispensabile per poter dormire quelle quattro ore a notte, non ho sufficiente tempo a disposizione per poter sentire la necessità, il bisogno, la voglia di qualcun altro accanto.
Il lavoro, la corsa per consegnare i moduli per la tesi, la corsa vera e propria la mattina, la piscina, il fantasticare pensando a te che sei così bello, le matrici invertibili e quelle hermitiane, il legame autentico con un fratello, l'abbraccio di un'amica e gli insulti amorevoli di un'altra.
Ho tutto quello che al momento mi serve, perché per poterti amare, devo prima immensamente amare me stessa. E voglio essere il meglio che riesco a farne di me.
Nel frattempo, ho constatato che è impossibile smettere di preoccuparsi di qualcuno cui hai voluto troppo bene, soprattutto quando di bene gliene vuoi ancora molto.

Domani c'è la tua laurea ed io sarò lì, al tuo fianco, perché sei stata la cosa più bella di questo tremendo duemilaquattordici. Grazie, per essere stata quello che mai nessuno ha avuto il coraggio di essere per me.

martedì, ottobre 14, 2014

Signore e signori, vado a fare la tesi all'estero

Ho un relatore, e questo lo sapevate già.
Adesso ho anche una tesi, proprio sull'argomento che mi interessava: "opinion mining and temporal mining analysis on social media"!!!
E per concludere in bellezza, la mia tesi si svolgerà presso il Dipartimento di Informatica dell'Università di Sheffield!!! YAHOOO!!!
Me ne vado, parto, arrivederci, caput!
Il primo febbraio sarò già in terra straniera. Passate a salutarmi prima, se vi capita. Ce l'ho fatta, il mio lavoro sta ripagando. Grazie, soltanto a me.

sabato, ottobre 11, 2014

Metà gestazione

Credo di aver superato il mio record di tempo trascorso da single. Molto prossima ai cinque mesi, inizia a farmi davvero strano rendermi conto che la mia vita dipende solo da me.
Non ho nessuno che manderebbe a monte qualcosa di proprio per poter venire incontro ad una mia esigenza, non ho nessuno ben disposto a farmi una valanga di coccole.
Non ho nessuno su cui appoggiarmi pensando: ¨alla fine di questa laurea, potrò non fare nulla dalla mattina alla sera e godermi i soldi affannosamente guadagnati dal mio povero consorte¨.
No, dopo quasi cinque mesi da single, non avere qualcuno accanto inizia a spaventarmi quasi.
Forse è la pigrizia. Forse è l'astinenza.
Tutto sommato in realtà non credo di voler qualcuno che manda a monte le sue cose pur di correre a soddisfare una mia esigenza; non credo nemmeno di voler qualcuno che mi consenta di sprecare ottime occasioni durante la mia vita. Tuttavia, qualcuno che mi faccia le coccole, non lo disdegnerei.
Così, giusto per segnalarlo.

mercoledì, ottobre 08, 2014

Massima di vita n.1

Le persone sono alla ricerca della cosa di cui più hanno bisogno nella vita. 
Io sono alla ricerca di un cazzo.

domenica, ottobre 05, 2014

Lettera aperta

Volevo ringraziarti per avermi resa una persona migliore e volevo dirti "mi dispiace" per non esser riuscita a diventarlo un anno prima.
Volevo ringraziarti per tutto quello che mi hai lasciato, per quella dedica su "Gang Bang" che mi ha portato, dopo aver fatto una sfuriata di dimensioni apocalittiche, a vedere il mondo con occhi diversi, per avermi liberata di molti schemi mentali inutili e avermi insegnato a dare importanza alle persone più che alle cose.
Volevo ringraziarti perché, anche se il secondo anno è stato una discesa verso gli Inferi, non ti ho mai ringraziato abbastanza.
Volevo ringraziarti per essere stato quello che io avevo smesso di essere, per la dolcezza infinita e per avermi sempre tenuta su un piedistallo di cui forse troppo spesso ho abusato.
Volevo ringraziarti per tutto quello che abbiamo conservato di noi, perché anche se non ci sono foto ci sono innumerevoli scritti, che forse contano ai miei occhi di più.
Volevo ringraziarti perché te lo meriti, perché sei stato una parte fondamentale di me e della mia vita, perché anche se con immensa fatica mi sei stato accanto in un anno orribile e mi dispiace aver rovinato tutto l'entusiasmo di cui ci siamo inebriati per un anno intero.
Volevo dirti che mi dispiace per essere stata troppo spesso presuntuosa, pretestuosa e capricciosa; per esser stata troppe volte troppo "femmina" e quindi troppo poco coerente piuttosto che essere più spesso "donna".
Volevo dirti che mi dispiace perché forse la colpa di tutto non è solo tua, anche se hai deciso di tirare tutto all'aria per orgoglio, rancore e vendetta a piene mani, ma soprattutto anche mia, che ci ho messo davvero troppo tempo, più di quanto tu hai voluto o potuto aspettare, per essere la persona che adesso sono.
E per tutto quello che adesso c'è, o non c'è, ti ringrazio ancora e mi dispiace immensamente.

Tua, Bi.

sabato, ottobre 04, 2014

Verranno a chiederti del nostro amore

 
Perché noi abbiamo fame, d'amore e di libri.
 
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Mutt, visto dal truce Jeff:
Noto lettore ossessivo-compulsivo delle scene under-newage-grunge-ground pisane, si aggirava tempo addietro in modo losco, spacciandosi per co-conduttore, in puntate notturne presso un’insospettabile webradio, al solo fine di poter tediare i suoi ascoltatori con funerei racconti cadenzati da un opinabile accento abruzzese. Per sanare la sua malsana attitudine allo stupro delle altrui cervella, è attualmente conduttore di una trasmissione che gli consente di poter fare quello che meglio gli riesce: la controvoce della morte. Ne capisce meno (o poco, o niente) in fatto di film, in quanto predilige lunghe e palloccolose pellicole in bianco e nero, mute e sghembe, che nemmeno il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha voluto archiviare.

Jeff, visto dal mite Mutt:
Antropofaga seguace della letteratura cannibale, prima ancora di venire a conoscenza di tale designazione e della propria natura, adora le manifestazioni dell’estremo, il coinvolgimento tout court, il sangue che scorre a fiumi (ma solo tra le pagine dei romanzi), i ritmi cadenzati e gli effetti speciali, nonostante le turbino spesso il sonno da noir-pop-glam-fifona. Lentezza, spossanti silenzi, costruzioni convolute, prose ermetiche o più di seimila secondi di fronte al grande schermo (tremila se nessuno si trucida o intraprende una guerra) possono condurla a sporadiche manifestazioni di licantropia; difende strenuamente baluardi quali l’inettitudine della popolazione francese alla produzione artistica ed è affetta da gravose forme ossessive-compulsive riguardo tutto ciò che concerne lo zelo e la simmetria.

venerdì, ottobre 03, 2014

Free hugs needed!

Il bisogno di coccole è direttamente proporzionale al cioccolato ingurgitato.
Solitamente il rapporto è di tipo quadratico.


Questa canzone l'ho postata un sacco di volte, lo so, ma mi sei venuto in mente tu, che una volta mi hai detto che questa è la canzone più bella che sia mai stata scritta.
Devo trovare anche io un posto "carino" dove andare, e qualcuno che venga via con me.

lunedì, settembre 29, 2014

La birra degli intenditori

Vorrei amarti mille volte, e mille volte ancora, e ancora.
Vorrei distendermi con te sul tavolo, poi vorrei averti alla finestra affinché tutti possano vedere come siamo belli quando siamo insieme. Il tuo sorriso diventa il mio nei momenti in cui tutto non è più lo stesso, di nuovo; la tua tranquillità raggiunge i miei nervi e li distende mentre affoghiamo in un mare di conti da risolvere per rimettere ogni cosa al suo posto.
Tutto è tornato lì, al posto giusto, dopo aver subaffittato tutte le camere delle nostre case; tutto si trova dove è sempre dovuto stare. Io sono con te, e il mondo ricorda il Mar Morto, placido e fermo, quando ho la testa sulla tua spalla.
Vorrei averti qui, su questo letto, giaciglio di notti insonni e pensieri sconnessi, paure e pensieri tristi.
Vorrei scacciar via con un profondo orgasmo quello che solo tu sei in grado di farmi accettare.
Vorrei saltarti al collo quando alzi l'angolo della bocca, baciarti fino a non avere più fiato, fino a non avere più vestiti, fino a non avere più pensieri.
Voglio amarti mille volte, e mille volte ancora, e voglio prendermi tutto il tempo necessario per convincermi che tutto ciò che voglio, posso davvero ottenerlo.


Vorrei amarti sulle note di questa canzone e renderla infinita. Vorrei gemere, tirare indietro la testa e perdere la concezione corporea di me stessa, ritornare da te e guardarti negli occhi con in mente solo "I wanna be yours". Non c'è più posto per le coperte, per la paura di non essere all'altezza e per la paura di non piacerti abbastanza. Non c'è più posto per niente, se non per noi. C'è solo un'infinita serata di sesso, per persone come noi che non annacquano le birre.

Il mio letto sembra quello di qualcun'altra

Pisa, e non riesco più a dormire. 

Secrets I have held in my heart
Are harder to hide than I thought
Maybe I just wanna be yours
I wanna be yours, I wanna be yours
Wanna be yours, wanna be yours, wanna be yours.


sabato, settembre 27, 2014

Arriverci, Londra

Londra è una città che dà tanto e proprio per questo ti porta via tanto.
Ho rinunciato a lei due volte, per due ragazzi diversi.
La prima volta è stata per un ragazzo quando ero in quinta superiore. Avevo vinto quindici giorni gratis, viaggio e tutto il resto pagato, perché risultavo vincitrice di non mi ricordo cosa per via del livello del Trinity conseguito nel duemilacinque. Il mio ragazzo non voleva che andassi perché in viaggio con me ci sarebbe stato un altro tipo che ha creato non pochi problemi alla mia fragile adolescenza. Sono stata stupida e pur di non litigare con lui, di non essere lasciata dal ragazzo che amavo, ho rinunciato. La mia professoressa di inglese mi ha odiato fino allo sfinimento, anche se come motivazione avevo portato che era per via dell'imminente esame di stato che non me la sentivo di partire. Londra se n'è ricordata.
La seconda volta è stata per via del mio ex, che come regalo di laurea aveva suggerito ad un altro mio ex con cui sono ancora amica (per fortuna), una data per un viaggio per due persone a Londra in un periodo in cui successivamente si è scoperto che non avrebbe potuto seguirmi. Ero arrabbiata, frustrata, decisi di non partire. Londra se n'è ricordata.
Adesso che ho deciso di riprendermi la mia rivincita, Londra me l'ha fatta pagare ma mi ha regalato una cosa dall'immenso valore. Avevo scritto di un tipo, che mi aveva rubato la ragione e la memoria. Non erano parole tirate a caso. Con lui c'è stato qualcosa che io non ho mai ricordato, forse perché per me è stato troppo traumatico. Qualcosa che ho rimosso dalla memoria letteralmente, come quando ti sbronzi talmente tanto che il giorno dopo non ricordi assolutamente nulla della sera prima. Mi sono ripresa quello che era mia e dopo dieci anni ho deciso di chamarlo per sapere la verità. Adesso che non ho più un grosso pensiero che mi ha sempre tormentato, mi sento padrona della mia vita, completamente.
Ha voluto essere ripagata del favore, ha voluto vendicarsi dei troppi "no" che le ho detto e si è presa una delle cose più care che mi appartenevano. Nonostante stia soffrendo troppo per la perdita, probabilmente fra un po' di tempo riconoscerò che è stato uno scontro ad armi pari, un'intesa cannibale e un reciproco scambio di favori. La Scozia è ancora parte dell'Union Jack, ma né Jack, né il maglione scozzese fanno più parte della mia vita.
Il mio ex sta con un'altra, devo avere quella porco *** di tesi, ho perso l'abbraccio di lana scozzese di mio padre, ho il ciclo, devo studiare per fare due esami entro dicembre. Non esiste momento migliore per cominciare di nuovo tutto da capo, come in quel lontano duemilasei in cui scelsi me a te.
Torno in Italia, purtroppo, ma tornerò da te, mio unico vero amore, ancora, e stavolta non ti abbandonerò più, né ti preferirò a nessun altro. Sarà un dare e avere senza più né morti né feriti.

venerdì, settembre 26, 2014

Bristol - Londra

Bristol, dunque, cosa posso dire su Bristol. Mah, non è un posto in cui ci verrei a vivere, ecco, ma tutto sommato in UK ci sono posti mille volte peggiori di questa città. E' una città abbastanza portuale e si vede. Mezza distrutta dalle bombe, accosta palazzi orribili accanto ad edifici imponenti e decorati. Non è bella ma nemmeno orribile. La vita notturna è abbastanza florida però: ci sono un sacco di diciottenni sbronzi in giro con ragazzette alticce e seminude. Ah, l'università e i vent'anni, che bella cosa. A parte questo, la gente dice continuamente "man" accanto a qualsiasi cosa:
Fuck you, man!
Sorry, man!
Thank you, man!
Cheers, man!
Excuse me, man...
Potete continuare la lista a vostro piacere e avrete sicuramente accostato molto bene la parola "man" in modo Bristolese.
A parte questo, non c'è molto da dire di Bristol. Ah, c'è Carlo Giosio lì, se v'interessa. Ma nient'altro da segnalare.
Adesso sono tornata a Londra e ciò significa solo una cosa: il mio viaggio è finito. Ebbene sì, domani sarà l'ultimo giorno che passerò in terra straniera e ciò conclude questa fantastica avventura. Con questo post, si conclude anche la serie che è stata finora etichettata sotto il tag "Diario di bordo", per cui se stavate leggendo questo blog per sapere se sarei arrivata alla fine ancora viva, potete congedarvi ed è stato un piacere avervi avuti come lettori.



Adoro Trafalgare Square. Mi fa ricordare di quando avevo quattordici anni, di quando insieme abbracciavamo quel leone. Mi ricorda quanto mi piacesse correre, quanto questo fosse importante per me prima che tu distruggessi quello che ora non riesco a ricostruire. Mi ricorda quel giorno al London Dungeons, le lacrime infinite versate sui gradini di un palazzo. Mi ricorda quel musical di cui non ho capito una parola, mano nella mano. Mi ricorda della ragione e della memoria di cui mi hai privato e che a distanza di tempo non riesco a colmare. Ma ti troverò, brutto bastardo.

martedì, settembre 23, 2014

Oxford - the day after

Ieri sera io e l'iraniano siamo usciti a mangiare messicano e bere in un pub; lì ho conosciuto la sua ragazza e non ho potuto non adorarla immensamente! Non era molto carina ed aveva la tipica faccia british con un po' di brufoli, occhi un po' strani e lunghi capelli biondi. Ma la bellezza esteriore non è tutto in una persona e ho capito subito cosa deve averlo colpito di lei: era tremendamente simpatica e sempre sorridente! Trovava favolosi i miei capelli, divertente qualunque cosa dicessi (forse perché era bionda, non so...) e ci siamo fatte delle grassissime risate insieme. Inoltre, non aveva il classico comportamento british ed è probabilmente la cosa che più ho amato di lei: non era distante ma bensì molto "all'italiana" al punto che quando ci siamo salutate mi ha abbracciato così forte che volevo portarmela via. Da lei ho ricevuto il secondo complimento più strano ricevuto durante questa vacanza, dopo le "belle braccia".
Durante il tragitto per arrivare alla fermata dell'autobus, lei stava completamente congelando e si sfregava le mani intorno alle spalle per tenersi al caldo. Non so perché lui non se la sia cagata di striscio ma a me ha fatto troppa tenerezza, così mi sono avvicinata e l'ho abbracciata per scaldarla. Lei è rimasta così colpita da questo gesto che mi si è accoccolata su una spalla dicendo all'iraniano: "she's a better boyfriend than you!". Eh, già. I'm the best boyfriend ever.
Abbiamo parlato dell'assurdità che caratterizza i lavandini in Gran Bretagna e abbiamo constatato che tutto ciò non ha alcun senso. E' perchè vogliono solo essere inutilmente freak. I lavandini hanno due rubinetti diversi, uno per l'acqua calda che vi giuro è impossibile da usare perchè credo la sua temperatura si aggiri intorno ai sessanta gradi centigradi, e uno per l'acqua fredda che invece tira fuori acqua tiepida. Inglesi. Lei ha provato a giustificarne il senso, asserendo che riempiono il lavandino con l'acqua alla temperatura voluta e lo tappano, si lavano le mani con il sapone e le sciacquano lì dentro. Poi, dato che in quell'acqua c'è giustamente il sapone, svuotano il rubinetto e lo riempiono di nuovo per sciaquarsi le mani. Questa cosa è possibile farla anche con un rubinetto unico che miscela l'acqua alla temperatura voluta, per cui abbiamo concordato che tutto ciò non ha alcun senso di esistere. Alcuni bagni hanno la vasca da bagno fatta in modo analogo, con solo due rubinetti senza il tubo della doccia. Questo ti costringe a lavarti come nel milleottocento, prendendo una pentola, miscelando l'acqua e tirandotela addosso nemmeno fossi in un fiume a fare la ninfa. Inglesi.
Ieri notte ho dormito su un divano, non è stato il massimo ed inizio ad accumulare ore di sonno mancanti. Stamattina ho fatto colazione con un uovo e una piadina e tutto sommato inizio ad abituarmi, anche se una volta raggiunto il centro città sono andata a prendermi un bel cappuccino caldo come ormai è consuetudine da quando sono qui.
Non mi ricordo se ho già parlato su un post precedente di quello che sto per scrivere ma lo ripeto perché, nel caso non l'avessi fatto, non si capirebbe il senso di quello che dirò a breve. Se l'ho già scritto, "sorry for any inconvenience".
Ho comprato un libro quando ero a Manchester, un libro del mio autore preferito: Chuck Palhaniuk. Ho comprato "Damned", che è il primo volume di una trilogia, per provare l'ebbrezza di leggere qualcosa di suo in lingua originale. Oltre a questo, il motivo principale è che volevo portare con me qualcosa di vero, qualcosa di tangibile, qualcosa di profondo che andasse oltre il ricordo sfocato sepolto nella memoria, di questa fantastica esperienza e fare in modo che restasse impressa nella cosa che amo di più al mondo dopo la musica. Ho chiesto a tutte le persone che incontravo durante questo viaggio di scrivere qualcosa su una delle prime pagine bianche del libro, un pensiero, un'impressione, qualunque cosa volevano, affinché io portassi sempre con me l'indelebile ricordo dell'internazionalità di questo viaggio, dell'affetto e della stima dimostratami, delle risate e delle chiacchiere, del loro modo di vedere le cose e di viverle. Le ragazze si sono all'inizio mostrate un po' schive, mentre i ragazzi, sia l'americano che l'iraniano, si sono dimostrati entusiasti dell'idea. L'iraniano ne è rimasto talmente colpito che ha deciso di copiarmi l'idea e non potete davvero immaginare che persona supermega figa mi sono sentita in quel momento! Ha preso un suo libro, sulla storia e il popolo iraniano cui lui è profondamente legato, e mi ha chiesto di fare lo stesso, scrivergli una dedica, dicendomi che è il libro giusto su cui iniziare a fare la stessa cosa. E' stato un momento bellissimo, mi sono sentita promotrice di un gesto che unisce davvero le persone, fiera di aver avuto un'idea così originale e brillante al punto che qualcun altro ha deciso di fare lo stesso per sé. Mi sono sentita davvero bene e ricorderò per sempre quel momento. E' stato un peccato che io non sia riuscita a farmi scrivere qualcosa dalla sua ragazza, perché avevo il libro a casa e lei l'abbiamo incontrata al pub, ma le ho ripetutamente chiesto di venirmi a trovare in Italia e poteva, a seconda del periodo dell'anno, addirittura scegliere fra due diverse località da visitare: dove studio e da dove provengo. Farò in modo che anche lei firmi il mio libro perché vale davvero la pena avere una sua impronta nella mia vita.
I miei post sono passati dall'essere minuscoli all'essere dei romanzi: si vede che ho davvero tanto da raccontare in questo momento!
Un'altra cosa che volevo dire è che Giorgio Mossa ha ragione quando dice che la mia temperatura corporea non segue alcuna logica.
Il caso più eclatante è accaduto stamattina. Ero alla fermata dell'autobus ed erano circa le otto e trenta; ero ovviamente sempre in t-shit, zaino in spalla e sciarpa al collo. Accanto a me c'era una ragazza dai tratti asiatici con cui ho scambiato un corrisposto sguardo di stupore e perplessità. Lei aveva indosso una giacca stile piumino, bella imbottita, sciarpa e guanti. Mi sono effettivamente chiesta chi delle due avesse dei seri problemi. Ieri sera, quando ho abbracciato la ragazza dell'iraniano è avvenuto più o meno lo stesso episodio: io e lei eravamo praticamente vestite allo stesso modo, ossia con una maglietta a maniche lunghe, solo che lei stava letteralmente tremando dal freddo mentre io ero la persona più in pace con se stessa al mondo. Non so esattamente cosa succede al mio corpo in questo posto, ma sembra che io senta raramente freddo quando fuori effettivamente ci sono nove gradi. Inoltre, non ho mai preso il raffreddore, non mi fa male la gola e non mi cola il naso. Home sweet home.
La fine della serata si è conclusa con un dibattito a cui vorrei che partecipaste attivamente anche voi, scrivendo nei commenti; se non riuscite a scrivere sul blog, potete commentare sulla pagina facebook; se no, sticazzi.
Io asserivo che quando sento particolarmente freddo, pensare a qualcosa di ancora più freddo, come la neve o un gelato, mi fa sentire meglio; è come se questo distogliesse il mio pensiero da un freddo reale che appuro sulla mia pelle riportandolo ad un freddo che posso solo immaginare e che resta fine a se stesso. Quando smetto di focalizzarmi sulla sensazione di freddo o di dolore, è come se questa sparisse o si attenuasse, almeno.
La loro risposta è stata che io sono completamente matta, il che è probabilmente vero. Pensare a qualcosa di ancora più freddo, li fa sentire come congelati. Nemmeno pensare a qualcosa di caldo funziona, ma hanno detto che sicuramente non funziona in alcun modo pensare a qualcosa di ancora più freddo.
And what about you?
Mi sto dirigendo a Bristol, scriverò domani. Cheers.

lunedì, settembre 22, 2014

Oxford

Oggi per la prima volta ho indossato il supermega maglione di pile arancione.
Stanotte non ho dormito un cazzo, sono andata a letto tardi rispetto ai miei standard inglesi e mi sono svegliata molto molto presto (no, alle otto non è presto, alle otto ho già fatto colazione da un pezzo e sono pure quasi alla fermata dell'autobus). Ma stanotte è stato diverso. Sono andata a letto all'una passata e mi sono rigirata mille volte, un po' perché avevo le gambe che non ne potevano più della vita, un po' perché iniziano a sovraffollarsi troppi pensieri.
In realtà non sono pensieri negativi, come grattacapi o cose da risolvere, stranamente. Sto però rimettendo in gioco tutto quello che ho, tutto quello che sono e tutto quello che voglio. Penso a quale parte di me voglio ancora cambiare e penso a quale parte di me vorrei immensamente tenere. Valuto le città che visito e cerco di capire qual è quella che più mi si addice. Realizzo che forse il sogno di un'adolescente di fuggire via dalla casa natale per vivere catapultata in una realtà che non lascia feriti ma solo vittime, soppiantato dal più recente desiderio di vivere in un posto tranquillo per avere una vita altrettanto tranquilla, andrebbe attualmente rivalutato. E' una decisione che devo prendere da qui ad un anno e farò come ho sempre fatto da quando ho diciott'anni: smetto di progettare e deciderò quando sarà il momento, valutando i pro e i contro, le opportunità e le conseguenze, con la viva speranza che ci sia qualcuno abbastanza appassionato con cui poter condividere la causticità che si prova nel camminare lungo una grossa strada piena di "gente".
Ho un mal di testa allucinante. Io non ho mai mal di testa ed è per questo motivo che vorrei ripetutamente sbattere la testa contro il vetro.
Attendo la risposta di un professore per poter fare la tesi all'estero su una branca dell'informatica che, oltre a piacermi abbastanza, fa guadagnare attualmente un sacco di soldi. Quando ho dovuto scegliere su cosa orientarmi, dopo aver scartato tutto quello che davvero non mi interessa nel modo più assoluto, mi sono trovata di fronte a tre possibili scelte: la prima è stata facile scartarla perché il professore non aveva abbastanza tempo da accollarsi un tesista e lui è l'unico che si occupa di quella roba a Pisa; la seconda l'ho scartata per dei meri motivi pratici che sono pochi soldi e poche occasioni di lavorare in quell'ambito fuori dal mondo universitario. Detto ciò, non avendo nessun'altra scelta, mi sono rivolta a quel professore di cui vi parlavo che ha la mail come un pozzo nero, mettendo come destinatario della mail anche un suo assistente di cui ho profonda stima. Beh, mi hanno risposto dicendo che discuteranno della mia richiesta di tesi, sia per farla all'estero sia per restare in Italia, nel caso non fosse possibile o non ci fossero occasioni di potermene andare affanculo. Nel frattempo, giusto per intrattenermi durante l'attesa, mi hanno inviato un possibile bando in cui però la sede è la Germania. Non muoio dalla voglia di andare in Germania, ci sono stata e i tedeschi sono davvero troppo freddi per me, oltre a non voler parlare inglese in città. Chiaramente dipende tutto da dove si va, ma sappiamo tutti che la sede in cui mi vogliono sbattere non è Berlino, quindi prendiamoci poco per il culo.
Il viaggio per Oxford sarà un po' lungo perché questo autobus si ferma in città decisamente troppe volte, così ho deciso di impiegarne una parte scrivendo, non sapendo quanto tempo avrei avuto stasera per farlo. Oggi starò in giro per la città con un ragazzo Iraniano e sarò sua ospite per stanotte. All'inizio ero un po' timorosa, non tanto per la sua nazionalità, tanto quanto perché vado a casa di uno sconosciuto che non è una ragazza. Poi sono entrata in modalità "masticazzi, se mi deve succedere qualcosa mi succederà comunque, visto che c'è gente che muore non facendo niente e altra che anche se la va a cercare ed è ancora qui con noi".
Sono ad Oxford, yeah! Sono stanca morta, sono come le mie gambe in questo momento.
Ho incontrato il ragazzo iraniano che mi ospita. Wow. E' bello, alto, divertente, gentile e per nulla distante, come tutto sommato sono state un po' le altre due ragazze. Non c'è nulla da fare, gli uomini sono un'altra cosa. Ha un solo problema: ha una ragazza, ma mi hanno detto che è un problema risolvibile! E' stata una favolosa sorpresa, abbiamo parlato di tutto, dalla religione alla sua barba.
Mi ha portato in giro per Oxford che è completamente diversa da Cambridge.
Cambridge ha una piccolissima zona centrale in cui fondamentalmente ci sono i college in giro, separati da strade molto piccole piene di negozi. Al di fuori di questo, si estende la zona commerciale e la zona residenziale. Oxford sembra all'apparenza più grande: le strade sono più ampie, i college sono ben mescolati con palazzi storici e musei (che sono chiusi di lunedì...) e questo dà un po' di respiro al centro cittadino. Sono effettivamente molto diverse, Oxford è un po' come Pisa, Cambridge è un minuscolo gioiello. I college a Cambridge sembrano castelli, ad Oxford sembrano chiese: qui hanno tutti le guglie, le finestre con i vetri decorati e spesso sono decorazioni sacre. Ad Oxford c'è la prima "coffee house" d'Inghilterra, nata nel 1650, e il primo college, se non ricordo male. E qui puoi davvero fare il biglietto che dura ventiquattr'ore!
Stasera andremo al pub e domani partirò per Bristol, dove starò due giorni.
Ah, l'english breakfast alle sette e mezza del mattino, con bacon, uova, pomodori e toast, ti permette di arrivare tranquillamente fino alle quattro del pomeriggio come se niente fosse. Enjoy english habits!