domenica, ottobre 21, 2012

Il bisogno di ottenere un numero reale, positivo

Quante volte avrò scritto, cancellato e riscritto, lo stesso testo per poterlo cancellare di nuovo? Tantissime altre volte non ho scritto assolutamente niente che avesse abbastanza importanza da meritare di restare inciso, impresso: in quei momenti, non c'era molto da decidere.

C'è un pensiero che ultimamente non mi dà tregua, imprigiona i miei sentimenti e condiziona il mio agire: mi piacerebbe sapere com'è vivere la tua vita, la nostra storia, nei tuoi panni.
Vorrei alzarmi una mattina e poter indossare i tuoi pantaloni; guardarmi allo specchio e vedere due piccoli occhietti circondati da pelo nero, pelo nero ovunque, a contornare il musetto, a contornare il capo, come un lupo.
Vorrei prendere il tuo zaino, caricarlo in spalla e percorrere il Lungarno; arrivare in ufficio, poggiare tutto per terra e tirare fuori il computer.
Vorrei salutare con un "salve" e non parlare più con nessuno, sedermi, stordirmi di musica, di formule. Vorrei poter stare tranquillo, almeno un giorno, intero. Chiedo troppo?
Vorrei vederti arrivare, in un pomeriggio di debole luce, e ammirare poi, il sole tutto intorno e sul mio viso.
Vorrei saper sommare gli eventi e vorrei che il risultato fosse un numero reale, positivo.

martedì, ottobre 16, 2012

Lungo la strada

Vorrei avere un registratore, in questi momenti, per poter salvare i miei pensieri.
Corrono: troppo veloci per poter essere trascritti, troppo veloci per poter essere raggiunti.
Attraverso la fenditoia di una montagna, sono ancora più confusi: l'eco del silenzio mescola i suoni, morti e sepolti, dei miei desideri.