domenica, settembre 06, 2015

Sono riuscita a sedermi alla scrivania


Oggi ho trovato il coraggio di riprendere in mano il mio tempo e i miei sentimenti. La vita è davvero troppo difficile da affrontare a settembre.

Soffro di ansia da prestazione. Voglio essere felice, ma per essere felice mi devo porre in modo positivo verso la mia sconclusionata esistenza sin dalle prime ore del mattino: devo essere socievole, sorridente e simpatica. Fatto. Mi sta riuscendo benissimo, ieri ero una bomba e ho anche fatto colpo su un tipo appena conosciuto che trovo anche discreto. Meraviglioso! Il mondo è ai miei piedi! Sono stranamente piena di autostima! Sono bella, intelligente, sagace, sexy. Ora però posso tornare a letto?

Vorrei solo crogiolarmi nell'attesa di una comparsata che non avverrà mai - una telefonata, un cambiamento, un segnale, un'improvvisata, una cavalleresca apparizione, una romantica dichiarazione, un'istintiva e sicura azione - ma così facendo vado contro il mio bisogno di essere serena, tranquilla e felice. Ma cazzo, davvero sto ancora aspettando che accada l'impossibile? Ah, com'è complicato riuscire a saziare il proprio bisogno di disperazione riuscendo a farlo coesistere con l'irreprensibile bisogno di positività. Datti pace, dolcezza, che c'è un sacco di roba da fare e ci servi carica!

Sto lottando fra la gestione di tanti progetti in cantiere e un'immensa voglia di rimanere a letto con la testa sotto il cuscino: un vecchio lavoro, il delirio della tesi, la ricerca di una nuova coinquilina, l'inappetenza, l'insonnia, il mio settembre senza alcool, le nuove amicizie, l'attesa di un nuovo tatuaggio e la tua assenza, che continua ad essere un'impenetrabile, imperscrutabile e ancora attuale problema.

Manchi come il primo giorno e se anche per te è lo stesso, che senso ha tutto questo? Ma no, mi sto sicuramente sbagliando, su tutto.

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